STEFANO LUPPI
Cronaca

Pos obbligatorio: "Tanti clienti preferiscono i contanti"

Esercenti già organizzati, anche se molti fissano la soglia minima a 10 euro "Per uno o due euro è più la fatica del gusto, ma lo accettiamo lo stesso"

Migration

di Stefano Luppi

C’è chi fa spallucce perché "da anni ho il Pos attivato e non mi cambia nulla se fissano delle multe" e chi invece esibisce un biglietto chiedendo la "cortesia" di pagare con carta moneta sotto i 10 euro, dunque è a rischio sanzione. Un viaggio nel centro di Modena, tra artigiani, commercianti, bar e negozi coglie molte sfumature - senza alcun intento di arrivare a un campione rappresentativo, ovviamente – sul tema del pagamento elettronico obbligatorio per chi vende e della novità in arrivo da Roma.

Qualcuno polemizza sull’ultima decisione in merito del governo: dal 30 giugno, e non dal 2023 come definito in precedenza, ci sarà una multa - una sanzione amministrativa fissa di 30 euro, oltre il 4% della transazione rifiutata al cliente - per gli esercenti che non dovessero accettare pagamenti con carte di credito e di debito, effettuate anche attraverso lo smartphone. A tutto ciò si aggiunge che nei giorni scorsi anche a Modena, come in tutta Italia, i commercianti hanno riscontrato problemi per il blocco temporaneo di bancomat e pagamenti elettronici: una sorta di beffa, appunto momentanea, con ritorno al contante che si sta cercando di limitare come avviene da tempo in molte parti d’Europa.

"Ci sono dei pro e dei contro nel Pos – ammette Norman Giannelli, tabaccaio in via Canalino – anche se io l’ho sempre avuto. All’inizio avevo il Pagobancomat, ma da tempo ho abilitato tutti gli altri circuiti. Tramite la nostra Federazione tabaccai ancora per un anno dovremm o avere l’esenzione all’obbligo del Pos, ma ho anche letto le novità. Certo, io sotto i 10 euro di spesa cerco (anche due cartelli in negozio, ndr) di disincentivare l’uso del pagamento elettronico. La banca infatti mi dice che sotto tale cifra le commissioni sono elevate".

Un po’ infastidito, pur ammettendoli, dai pagamenti elettronici per il singolo caffè è anche Simone Nocetti del bar Tiffany: "Per uno o due euro è più la fatica del gusto, ma lo accettiamo. Sulla multa ancora non ci è stato detto ufficialmente nulla, certo il Pos è un costo aggiuntivo e mi pare che sopra i 10 euro non ci sia commissione quindi qualcuno la fissa come cifra minima".

"L’altro giorno per un po’ il Pos non funzionava e ci sono stati problemi – dice Catia del forno Raffaello, un passo da piazza XX – e a volte non va il wi-fi e dobbiamo chiamare un numero verde. Comunque da noi anche gli anziani ormai usano il Pos per pagare quindi non abbiamo il problema delle multe in arrivo". "Noi lo abbiamo da molti anni – conferma Barbara Luongo di Falconeri, lungo via Emilia – e non siamo interessati al tema multe, usandolo. In ogni caso noi vendiamo a prezzi medi elevati quindi in proporzione anche le commissioni ci incidono meno. Ma in Italia siamo troppo legati ai pagamenti in contanti". Senz’altro chi, pur mediamente essendone dotato, soffre di più per il sistema Pos e magari sbuffa se deve usarlo per vendere un quotidiano o un cappuccino, sono senz’altro bar ed edicole (queste ultime hanno il record di mancanza di pagamento elettronico, anche se qualcuno ne è dotato).

"Noi lo abbiamo da molto tempo – dice invece Giuseppe Giordano del bar Tramezzino di piazza Grande – e circa 20 clienti su cento pagano anche il caffè e la pasta con il sistema elettronico. C’è una percentuale di commissione che finisce alla banca, quindi il guadagno sul singolo prodotto cala un po’ e un bar come il nostro spende circa 300 euro l’anno di gestione di questo sistema".

Il problema principale, riguardo le multe, se qualcosa non cambia, forse lo avranno le edicole: "Pos obbligatorio? Multe? Ma noi non siamo tenuti neppure al registratore di cassa – dice Andrea Muratori della storica edicola del Collegio – e gli edicolanti non ce l’hanno. Certo, perdo alcuni clienti e forse con il Pos sarebbe meglio perché girerebbe meno contante. Però penso che la Banca d’Italia e il governo dovrebbero creare, per le 20mila edicole italiane, un sistema gratuito".