
L’incontro tra lo chef pluristellato Massimo Bottura e Papa Bergoglio, che appoggiò l’idea dei refettori
Un’idea come quella dello chef Massimo Bottura non poteva non destare l’interesse del Papa: fondare una serie di refettori in giro per il mondo, dove accogliere i poveri e nel contempo ridurre lo spreco di cibo. Tra l’entusiasmo di papa Bergoglio e la passione del cuoco più famoso del mondo, non poteva non scoccare una scintilla.
"Eravamo all’Expo’ di Milano nel 2014 – ricorda Bottura – incontrai monsignor Scola, vescovo di Milano, proponendo l’idea del refettorio in zona stazione, perché volevo dare l’idea del miracolo a Milano. Scola mi disse di aspettare una settimana, poi fu lo stesso Bergoglio a invitarci a Roma. E ci diede l’idea: ‘No, la stazione non va bene. Portate la luce nelle periferie’. Da lì venne la decisione di aprire il refettorio nel quartiere Greco, solitamente difficile e problematico. Ed è una realtà che funziona ancora. Poi ho reincontrato papa Bergoglio al G7, quando venni chiamato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni a partecipare alla preparazione dei pasti per i governanti. Fu proprio lei a chiamarmi a cospetto del Papa, gli spiegò dei progetti dei refettori che nel frattempo erano saliti a tredici e lui mi disse una frase che non dimenticherò mai: ‘Ci vorrebbero più persone come lei’. Poi gli spiegai il progetto del Tortellante, l’associazione dove insegniamo ai ragazzi autistici a fare i tortellini. Mi disse subito che dovevo andare a Roma per prepararglieli in Vaticano. Purtroppo non c’è stato il tempo".
E a proposito dell’associazione "Il Tortellante", anche la presidente Erika Coppelli ha un suo ricordo personale dell’incontro a Roma con papa Francesco: "Eravamo appena usciti dal Covid, nell’ottobre 2020 – ricorda Erika – il Papa accolse la nostra richiesta di poterlo incontrare. Eravamo emozionati, anche increduli per averci fatto questo meraviglioso regalo. Posizionati nei primi posti seguimmo l’udienza, poi il Papa volle venire a conoscere uno per uno i nostri ragazzi ed impartire loro la benedizione. Si prestò anche a fare selfie con loro. Fu un momento magico – aggiunge ancora la presidente del Tortellante – in cui tutti provammo un’emozione indescrivibile. Era un Papa buono che sapeva riconoscere ed entrare in contatto con i più fragili, abbattendo spesso quelle barriere e i formalismi imposti dall’istituzionalità. Gli regalammo anche i nostri tortellini, lui ringraziò con un sorriso disarmante e dicendoci che li avrebbe mangiati perché fatti dai ragazzi. Un incontro che porteremo sempre nel nostro cuore".
Tra i personaggi modenesi che ricordano con affetto papa Francesco c’è anche don Mattia Ferrari, il sacerdote modenese cappellano di Mediterranea Saving Humans, la piattaforma che soccorre i naufraghi in mare. Sui social, ha salutato così il Papa: "Caro Papa Francesco, oggi ero molto addolorato per la tua morte. Poi ho visto le parole che hanno scritto le persone migranti che soffrono in Libia @refugeesinlibya. Loro, scartati dal mondo, hanno una sapienza misteriosa. Tu ci hai insegnato ad ascoltarle e ad accogliere quella misteriosa sapienza che Dio ci rivela attraverso di loro. Nell’esprimere cordoglio per la tua morte e nel salutarti, loro anziché “Addio”, hanno scritto “Arrivederci”. Anche questa volta hanno visto giusto. Sì, perché chi ama non muore mai. Allora arrivederci, caro Papa Francesco. Dal Paradiso tieni la mano sopra la testa di tutti noi".