DANIELE PETRONE
Cronaca

Trappola mortale per Daniela. Attirata con una bugia e uccisa. Il compagno: "L’ho soffocata"

Peter Pancaldi confessa il delitto. Il movente? Le attribuiva la colpa della sua precedente separazione. Anche la 48enne lo stava lasciando, lui dovrà rispondere di omicidio volontario premeditato

La conferenza stampa degli inquirenti a Reggio, sotto il killer Peter Pancaldi

La conferenza stampa degli inquirenti a Reggio, sotto il killer Peter Pancaldi

Reggio Emilia, 17 maggio 2025 – L’ha attirata con l’inganno in una trappola mortale nell’appartamento al primo piano del palazzo di via Dinazzano 35/2 a Prato di Correggio. Poi l’ha soffocata, tappandole naso e bocca con la mano. Una modalità che già aveva usato per farle violenza e minacciare di ammazzarla. E stavolta ci è riuscito ordendo un vero e proprio piano. "Sì, l’ho uccisa io". Peter Pancaldi, 45 anni, originario di Campogalliano, ha confessato il femminicidio dell’ormai ex compagna Daniela Luminita Coman, 47 anni, di origini romene che viveva a Sassuolo. Il movente? Attribuiva alla donna la colpa della sua separazione dalla compagna con cui aveva una precedente relazione e che lo manteneva anche economicamente permettendogli di vivere una vita al limite tra vizi e droga, in particolare cocaina e crack di cui era dipendente.

LE MODALITÀ DEL DELITTO

L’omicidio sarebbe avvenuto martedì nella tarda mattinata stando alla ricostruzione fornita dai carabinieri di Reggio, che ieri mattina hanno illustrato i dettagli in una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Calogero Gaetano Paci, del colonnello Orlando Hiromi Narducci nonché comandante provinciale, del maggiore Maurizio Pallante comandante del nucleo investigativo, del tenente Gloria Salvati che guida il reparto radiomobile e il capitano Francesco Leone del radiomobile del comando provinciale di Modena che hanno coadiuvato le indagini.

Peter e Daniela si erano lasciati da poco. Lui l’ha invitata martedì mattina verso le 9 a venire a casa per prendere gli effetti personali. Un incontro avvenuto in maniera pacifica. Poche ore dopo, lui torna a chiamarla. "Ti sei dimenticata un computer e una macchina fotografica", le dice. Ma l’appuntamento si rivela per lei un escamotage fatale. Lei torna e viene ammazzata. Lui l’ha soffocata tappandole bocca e naso, senza strozzarla. Ha riposto il corpo senza vita sul letto, coprendolo da un piumone. Infine è fuggito con l’auto di lei, gettando il telefonino di Daniela in un campo a Gavassa (poi ritrovato dagli investigatori su sua stessa indicazione fornita nell’interrogatorio in caserma).

L’ALLARME

A dare la scomparsa della donna ai carabinieri di Sassuolo alle 20 di mercoledì sono stati Leontina, la sorella della vittima e l’ex compagno (da cui Daniela aveva avuto un figlio di 11 anni) non sentendola da tempo e dopo che la donna non si era presentata a scuola a prendere il figlio. Pochi minuti dopo i militari di Correggio, allertati dai colleghi modenesi, si presentano nell’abitazione di Prato, ma è chiusa e non risponde nessuno. Col supporto dei vigili del fuoco entrano scardinando la porta e scoprono il cadavere.

RICERCHE E CATTURA

Il killer verrà poi rintracciato, grazie alle telecamere Ocr col sistema di rilevamento targhe, e fermato dai carabinieri di Modena nella notte tra mercoledi e giovedì nella città della Ghirlandina dove era fuggito a bordo dell’auto di proprietà della vittima e sulla quale sono stati trovati gli abiti che lei aveva preso al martedì mattina nel primo appuntamento. Peter era in stato confusionale, così prima è stato portato in ospedale e poi sottoposto ad un interrogatorio fiume nel quale si è avvalso della facoltà di non rispondere una volta arrivato il suo avvocato, ma fornendo prima spontanee dichiarazioni con la confessione chiave. "Ci può dare il Pin del suo telefonino?", gli hanno chiesto gli inquirenti. "Sì, poi vi dico anche che sono stato io ad ammazzarla e che ho lanciato il telefonino di Daniela in un campo", la risposta d’ammissione.

IL FERMO E LE ACCUSE

L’uomo è stato sottoposto a fermo giudiziario dal pm titolare dell’inchiesta, Valentina Salvi della procura di Reggio, in attesa della convalida del gip. L’uomo è accusato di omicidio volontario premeditato aggravato dal fatto che commettesse atti persecutori nei confronti della vittima.