Il Sassuolo di Ballardini riparte da Laurienté

Con la nuova gestione il francese è rinato oltre a segnare con continuità. Un gol a Salerno, due al Milan e soprattutto un atteggiamento diverso.

Il Sassuolo di Ballardini riparte da Laurienté

Il Sassuolo di Ballardini riparte da Laurienté

Sorpassi, finora, il Sassuolo di Davide Ballardini non ne ha fatti, nel senso che il tecnico ravennate ha preso il Sassuolo penultimo, a 20 punti, e con il Sassuolo, ancora penultimo, lavora nella convinzione, manifestata anche dopo il pari contro il Milan, di poter raggiungere l’obiettivo.

Anche perché, se è vero che sorpassi non ne ha fatti, la freccia, il Sassuolo del ‘Balla’, l’ha messa, dove per freccia si intende quell’Armand Laurientè rifiorito proprio sotto la gestione del ‘sergente’ romagnolo.

A dirlo sono i numeri dell’attaccante che, unico funambolo rimasto a disposizione dopo l’infortunio di San Domenico Berardi, pare essersi (finalmente) deciso a recitare il ruolo che gli compete, ovvero quello del protagonista. La stagione scorsa, arrivato dalla Ligue1, aveva stupito i più – 28 presenze, 7 gol e 6 assist – ritagliandosi anche un’estate da uomo mercato.

Dallo scorso mese di agosto ad arrivare ad oggi, tuttavia, più luci che ombre, per lui. Ripresa faticosa rispetto ad un intervento chirurgico cui si era sottoposto a maggio, a cui aveva sacrificato le ultime gare stagionali, e altrettanto faticoso l’adattamento al 4-2-3-1 che ne ha arretrato, rispetto al 4-3-3, il raggio d’azione obbligandolo ad una doppia fase mai troppo gradita ad un giocatore che ha il piede affilato che gli suggerisce di guardare più la porta avversaria correndole incontro che non la propria correndo a ritroso. Morale? A lungo oggetto misterioso, e materia di rimpianto di un Sassuolo che non ‘ingranava’, con unico acuto datato settembre, quando con un gol e un quasi gol fu protagonista della vittoria neroverde contro la Juventus, Laurientè sembra abbia messo fuori la testa dal tunnel proprio in questa primavera nel corso della quale il Sassuolo ha scoperto di non poter fare a meno di lui e dei suoi ‘strappi’ in grado di cambiare scenari che sembravano invece già scritti.

Un gol a Salerno, due al Milan: i conti si fa presto a farli e dicono che il francese, con Dionisi, ha giocato 26 partite, 25 delle quali dall’inizio, fatto un gol e servito 5 assist.

Con il tecnico Davide Ballardini il cambio di marcia: zero assist, e pazienza, ma tre gol. Non è cambiato nulla, beninteso, da Dionisi a Ballardini, nel modulo neroverde, e pochissimo è cambiato in classifica, ma forse è cambiato qualcosa nella ‘testa’ del francese. Che a fare da comprimario non ci sta, un po’ come non ci stanno i neroverdi.

Riparte da qui la freccia, allora, e riparte da lui il Sassuolo.

Stefano Fogliani