"Iniettiamo tra le 5 e le 6mila dosi al giorno Si può accelerare, ma garantiteci le forniture"

Il direttore generale dell’Ausl, Antonio Brambilla: "Pfizer è l’unico che viene consegnato regolarmente, AstraZeneca è quasi finito"

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di Paolo Tomassone

Il commissario straordinario per l’emergenza Figliuolo ha avviato una forte "attività di pushing", spinge, fa pressione e chiede ai territori di "vaccinare, vaccinare e vaccinare". Grandi annunci, ma a livello locale chi deve organizzare le somministrazioni pensa solo a una cosa: che ci sia la certezza dei vaccini e che vengano consegnati in maniera costante, per poter gestire la chiamata dei cittadini. Può sembrare banale, ma questa è la situazione a Modena dove si procede a ritmo di seimila dosi inoculate al giorno, pur potendo "stressare la macchina e arrivare a quota diecimila". Il direttore generale dell’Ausl, Antonio Brambilla, aggiorna quotidianamente la tabella di marcia e prova a seguire le dichiarazioni del generale Figliulo che ha anticipato l’avvio delle prenotazioni per i quarantenni a partire dalla prossima settimana e l’arrivo di 50 milioni di dosi in 50 giorni, che per la provincia corrisponde a circa 1011 mila dosi giornaliere.

"Noi stiamo tenendo il passo, con una media di 56 mila dosi al giorno – spiega Brambilla –. Se riusciamo a tenere questa media, se ci consegnano i vaccini, potremmo arrivare tranquillamente alle ottomila dosi al giorno. Comunque anche continuando sulle seimila dosi giornaliere dovremmo arrivare a vaccinare tutti i vaccinabili entro agosto e quindi entro l’estate mettere in sicurezza i cittadini della provincia". Modena ha preferito onorare "in modo più coerente" le disposizioni date da Roma all’inizio della campagna vaccinale, in particolare quella di vaccinare prima le persone vulnerabili: 43mila quelle che hanno avuto già una dose, pari al 73%. Quindi va bene l’accelerazione, a patto che non si arrivi a quello "stop and go" a cui abbiamo assistito nelle settimane passate. Al momento la quasi totalità (84,5%) degli over 85 ha completato la vaccinazione, il 4,3% ha fatto una dose. Tra gli 80 e gli 84 anni è stato vaccinato l’86,4% (il 3,6% solo una dose), mentre tra i 75 e i 79 anni il 30% ha completato il ciclo e il 54% una dose soltanto. Sono state somministrate due dosi al 20,3% dei modenesi tra i 70 e i 74 anni (il 55,6% solo una dose, l’8,3% ha prenotato la vaccinazione), al 19% delle persone tra i 65 e i 69 anni (31,4% solo una dose, il 27,6 ha già prenotato) e al 16,8% della popolazione tra i 60 e i 64 anni (il 18,3% una dose e il 33% ha prenotato). Tra i 55 e i 59 anni hanno avuto la vaccinazione completa l’11,5%, hanno prenotato il 36% e il 9,8% ha avuto una dose soltanto. Per i 50enni, che stanno prenotando in questi giorni e saranno vaccinati dal medico di famiglia, verranno utilizzati i vaccini prodotti da Pfizer o Moderna.

"Pfizer è l’unico vaccino che ci viene consegnato regolarmente e su cui si può fare una programmazione decente – ricorda Brambilla –. Ci vengono consegnate poche e saltuarie dosi di AstraZeneca (ora quansi terminate)" che ha annunciato una consegna il 20 maggio di 3.800 dosi: "Con queste cifre possiamo fare ben poco. Abbiamo una riserva che utilizzeremo per le seconde dosi". L’89% degli operatori scolastici è già stato vaccinato, così come ma quasi totalità degli ospiti e degli operatori delle Cra. Il 97% dei medici, infermieri e oss negli ospedali è già immunizzato, sul 3% del personale che non ha ancora effettuato la vaccinazione l’Ausl si sta organizzando: dopo aver ottenuto dalla Regione l’elenco, l’azienda ha scritto agli interessanti chiedendo loro di produrre entro cinque giorni la documentazione per chiarire la propria posizione; in caso di mancato invio della documentazione l’Ausl inviterà formalmente alla vaccinazione i soggetti indicando modalità e termini; scaduti i termini l’azienda accerta lo stato di inadempienza comunicandolo anche all’ordine professionale di appartenenza in attesa di provvedimenti. Tra fine maggio e fine giugno, ai 14 centri vaccinali della provincia si aggiungeranno gli hub aziendali sui quali c’è già un accordo con Ferrari e Confindustria: saranno almeno tre i punti presso i quali verranno vaccinati i lavoratori e i familiari; gli stessi saranno a disposizione del servizio pubblico per vaccinare la popolazione.