"L’assegno unico per i figli un’idea modenese"

La storica misura approvata a Roma è stata al centro dell’impegno di Gorrieri fin dagli anni ’70. Il figlio Claudio: "Ne sarebbe contento"

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di Paolo Tomassone

Nasce a Modena l’idea dell’assegno universale per i figli, con una gestazione che è durata decenni, ma che solo adesso è approdata nella legislazione nazionale. Il primo ringraziamento delle famiglie con figli – che finalmente vedranno un sostegno – andrebbe rivolto a Ermanno Gorrieri. È stato lui da Modena, da Palazzo Europa, con testardaggine, a imporre questo tema, tra quelli centrali delle politiche sociali del nostro paese. Partigiano, sindacalista e fondatore dei Cristiano sociali, Gorrieri ha iniziato a studiare i fenomeni economici riferiti al lavoro, alla famiglia e allo stato sociale già negli anni 70, dapprima con la pubblicazione del volume ‘La giungla retributiva’, testo importante per lo studio delle dinamiche retributive e di disuguaglianza sociale e successivamente, nel 1979, il volume ‘La giungla dei bilanci familiari’ introducendo il concetto di famiglia nei fenomeni sociali. Dopo aver presieduto diverse commissioni parlamentari per i problemi della famiglia e sulle povertà, il politico modenese ha ricoperto la carica di ministro del Lavoro nel governo Fanfani nel 1987. "Ha accettato la carica di ministro con l’unico obiettivo di preparare la strada alla riforma degli assegni familiari, una riforma che è tuttora in vigore, che andavano riconosciuti alle famiglie di fatto – ricorda il figlio Claudio Gorrieri –. Il filo logico di tutta la sua attività, di studioso e di politico, era di guardare agli ultimi, alla gente povera, a coloro che non venivano mai tutelati da nessuno".

Una delle sue ultime fatiche, nel 2002, è stata la pubblicazione del volume ‘Parti uguali fra diseguali’, un compendio delle sue idee sulla povertà, sulla disuguaglianza e sulle politiche redistributive nell’Italia di vent’anni fa. La riforma approvata in Senato, arriva proprio nel centenario della sua nascita. "È una soddisfazione tardiva, ma mio padre sarebbe contento" aggiunge il figlio Claudio. La fucina di Palazzo Europa, anche dopo la sua scomparsa nel 2004, ha continuato ad alimentare questo tema perché arrivasse finalmente ad un approdo legislativo il più possibile vicino all’ispirazione di Gorrieri. Una fucinaofficina, nel senso che nel suo sforzo di convincere l’accademia e la politica sulla bontà della sua visione, Gorrieri ‘costrinse’ per mesi e anni i suoi collaboratori ad un lavoro certosino e artigianale di raccolta di dati, di costruzione a mano di tabelle su fogli a quadretti, tutto quello che oggi si fa con il computer. Va ricordata in particolare l’opera di Luciano Guerzoni, figura di riferimento del cattolicesimo sociale e democratico, che è stata fondamentale in questo senso, anche per innescare gli apporti accademici di Paolo Bosi e Massimo Baldini, economisti della facoltà Marco Biagi di Modena, i cui studi sono alla base dei provvedimenti adottati.

Se queste sono le radici storiche che risalgono al capostipite dell’attenzione sulle politiche familiari, cosa resta della sua impostazione originale nel provvedimento approvato nei giorni scorsi in Senato? Certamente la volontà di "semplificare e rendere più giusto il sistema di trasferimenti alle famiglie" e, prendendo le parole del professor Baldini, superare "la giungla" dei trasferimenti attuali, fatta da una serie di bonus – tra detrazione ai figli, assegno maternità e bonus bebè per citarne alcuni – espressione di un "sistema troppo frastagliato". Quello approvato in Senato – ricorda il docente che fa parte del comitato scientifico della Fondazione Gorrieri per gli studi sociali – ha alla base "uno schema più semplice ed equo, che ha l’obiettivo di trattare tutti i figli in maniera uguale, al di là delle categorie e degli interessi particolari. Finalmente dopo tanti anni la legge delega è un tentativo di semplificare. Non sappiamo come andrà a finire, ma la direzione è questa: più equità, più semplicità e più attenzione alla famiglia con prole".

Dopo un percorso di vent’anni, la proposta per l’assegno unico familiare, raccolta dal Partito democratico, è diventata "finalmente" legge. Con l’auspicio che a luglio o, comunque, entro l’anno, quella legge trovi i finanziamenti per la sua reale attuazione. "Ricordo le prime proposte nate proprio qui a Modena, il nostro contributo al programma dell’Ulivo mentre ero assessora del Comune, l’impegno dell’associazionismo e del Forum famiglie che in questi anni non è mai mancato – ricorda Francesca Maletti, ora consigliere regionale del Pd –. Da parte nostra resta, oggi, la disponibilità a migliorare e rafforzare il provvedimento".