La ’Città del Belcanto’ sale sul palco di Avignone

La tradizione artistica modenese continua il suo viaggio in Europa. Domani sera il concerto clou di una settimana dedicata al nostro Paese

Migration

di Stefano Marchetti

"Sur le pont d’Avignon on y danse on y danse", recita la celebre filastrocca. Invece sul palco dell’Opéra Grand Avignon, lo storico, affascinante teatro a pochi passi dal Palazzo dei Papi, domani sera si canterà... con le voci di Modena. Proprio Avignone, infatti, è la nuova tappa del percorso che porta il progetto ’Modena Città del Belcanto’ nei principali centri europei. Nella città della Provenza, l’occasione è speciale: il concerto infatti sarà una delle perle della settimana de ’La Bella Italia’, dedicata al nostro Paese, alle sue meraviglie e alle sue specialità, promossa con l’Istituto italiano di cultura di Marsiglia, il Consolato generale d’Italia a Marsiglia e la Camera di commercio per la Francia. "Abbiamo già toccato Madrid, Budapest, Copenaghen e sempre siamo stati accolti con grande slancio ed entusiasmo – sottolinea il maestro Aldo Sisillo, direttore del teatro Comunale Pavarotti Freni –. La tradizione del bel canto italiano continua a essere ammirata e amata in tutto il mondo, e ovviamente Modena ne è uno dei capisaldi".

Protagonisti all’Opéra di Avignone saranno i soprani Aida Pascu e Fiammetta Tofoni, e il tenore Carlo Eugenio Raffaelli, accompagnati al pianoforte da Francesca Pivetta: sono quattro fra i migliori allievi dei corsi di perfezionamento tenuti all’Istituto Vecchi Tonelli, con la prestigiosa masterclass di Raina Kabaivanska, e al Comunale, con docenti d’eccezione come Leone Magiera, Mariella Devia, Barbara Frittoli, Chris Merritt e Michele Pertusi. Elegante e raffinato, il concerto spazierà fra le delizie del patrimonio lirico italiano con due dei suoi re, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini: la prima parte sarà dedicata al Cigno di Busseto e ai suoi esordi attraverso la produzione da camera, mentre la seconda si concentrerà sulla produzione operistica dei capolavori dell’autore toscano alle soglie del Novecento, con alcuni gioielli immancabili come "Che gelida manina" e "Sì, mi chiamano Mimì" da "La Bohème", uniti a una dedica ideale per Luciano Pavarotti e Mirella Freni che ne sono stati interpreti impareggiabili e naturalmente indimenticabili.

"In ogni tappa del nostro percorso europeo raccontiamo il lungo, radicato legame che Modena ha con la vocalità, già a partire dalla tradizione estense. E ricordiamo anche altre grandi voci, come quella di Arrigo Pola, maestro di Pavarotti, che fu il primo a ‘esportare’ il bel canto in Oriente", aggiunge il maestro Sisillo.

Raccontare il bel canto modenese significa dunque presentare le iniziative che lo proiettano nel futuro, i corsi di formazione, l’investimento sui giovani talenti. Ed è anche un modo per invitare tutti a scoprire Modena dal vivo, per ‘assaporarne’ tutte le atmosfere. E portarne a casa un bel ricordo, anche sulle ali del bel canto.