’La Classe’: sul palco i giovani "Raccontiamo il loro disagio"

Un professore e una classe di studenti che si trova a combattere sia contro se stessa che contro l’altro: è quello che racconta ‘La Classe’, spettacolo scritto da Vincenzo Manna e interpretato da Claudio Casadio e Andrea Paolotti diretti da Giuseppe Marini, domani sera alle 21 sul palco dell’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola. I giorni sono i nostri, l’ambientazione una città europea in crisi economica dove la depressione generale è aggravata dallo ‘Zoo’, uno dei campi profughi più vasti del continente. Specchio del disagio sociale in cui la cittadina riversa è una scuola a pochi chilometri dallo ‘Zoo’: "Lo spettacolo affronta diversi temi ma quello del disagio, del disorientamento dei ragazzi che diventa rabbia è centrale – ci racconta Casadio, sul palco il Preside –. I personaggi interpretati dai giovani attori della compagnia sono adolescenti problematici, emarginati, portano dentro quel tipo di rancore che fa loro pensare che per essere leader occorra urlare più forte degli altri. Il testo affronta questo tema senza alcun intento morale e senza fornire soluzioni: vuole far riflettere, tracciando nel finale un segno di apertura, di speranza. Il mio personaggio ha un monologo bellissimo e poetico che con una metafora ritrae in poche parole i ragazzi di oggi: li paragona a delle galline. Hanno ali troppo piccole per poter volare alti ma gambe forti che permettono loro di percorrere molta strada e, se ci fosse un ponte, arrivare comunque sulla luna". Il tema degli altri, intesi come diversi da sé, è stato anche alla base del lavoro preliminare dello spettacolo: "Sono stati intervistati più di 2mila studenti e i loro contributi sono stati fondamentali per elaborare il testo – continua Casadio –. È emerso che il problema dell’integrazione e dell’inclusione è più presente fuori dall’ambito scolastico: ancora oggi accade che adolescenti di comunità nazionali diverse difficilmente si frequentino. Nello spettacolo, infatti, i ragazzi che frequentano la classe, pur con tutti i loro problemi, si sentono superiori e distanti dagli abitanti dello Zoo, il campo profughi a pochi passi dalla loro scuola. ‘La Classe’ è uno spettacolo necessario: non si fa portavoce di messaggi o soluzioni ma lancia dei sassi per portare le persone a riflettere, ognuno con il suo punto di vista, sugli argomenti trattati e rappresentati", la sua conclusione.

Chiara Mastria