La famiglia della vittima : "Vogliamo solo giustizia e una tomba dove piangere"

Cosimo Zaccaria, il legale della madre Patrizia Montorsi: "Verrà ascoltata più avanti. I giudici hanno detto no ad una serie di perizie ad oggi ritenute superflue". .

La famiglia della vittima : "Vogliamo solo giustizia  e una tomba dove piangere"

La famiglia della vittima : "Vogliamo solo giustizia e una tomba dove piangere"

E’ stata un’udienza delicata ed emotivamente forte quella andata in scena ieri in tribunale, in cui si è chiesto più volte di mantenere un clima sereno tra le parti nel rispetto, soprattutto, del dolore dei familiari di Alice Neri. Prima delle spontanee dichiarazioni di Gaaloul, le parti hanno presentato le proprie richieste istruttorie. Non era presente il marito della vittima, Nicholas Negrini e neppure la mamma di Alice Neri, Patrizia Montorsi. "E’ stato un impatto molto intenso già la volta scorsa – ha dichiarato l’avvocato Cosimo Zaccaria – verrà ascoltata nelle fasi più rilevanti. Lei chiede giustizia per sua figlia e la possibilità di avere una tomba dove piangerla".

Ieri l’udienza si è aperta con lo scioglimento della riserva, da parte della corte, circa le diverse questioni preliminari sollevate dalla difesa dell’imputato, avvocato Roberto Ghini, tra cui la richiesta di nullità dell’interrogatorio; rigettata. La difesa aveva inoltre fatto richiesta di ulteriori tre perizie, che per il momento (si valuterà nel corso dell’istruttoria) non sono state concesse. Tra queste quella relativa alla dinamica incendiaria dell’auto, per capire come la vettura della vittima sia stata data alle fiamme. "Serve per avvicinarsi alla verità storica", ha sottolineato Ghini in aula. Il legale aveva chiesto anche l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni, non essendovi indicato il nome degli interpreti. Inoltre, nella richiesta di ammissione testi da parte della difesa a sorpresa sono stati stralciati dalla lista anche due testimoni poichè risultano indagati. Si tratta di coloro che avevano in custodia la vettura della vittima in un deposito di Mirandola. Sull’auto, infatti, erano emersi danneggiamenti e ‘manomissioni’: due cerchioni erano spariti o meglio, erano stati apparentemente sostituiti con altri.

"Sono i due testimoni che hanno custodito la vettura di Alice Neri ma la vettura era stata in parte manomessa e sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sono molto soddisfatto però delle decisioni assunte – ha dichiarato l’avvocato Roberto Ghini – avevo anticipato una richiesta di perizia che non è stata né accolta né rigettata: si valuterà nel proseguo dell’istruttoria. Il secondo tema importante è l’ammissione dei testi indicati nella lista e conseguirà un’evoluzione del materiale per me insufficiente raccolto dal pm. Hanno accolto per noi la richiesta più importante: ovvero quella di acquisire le fotografie in originale, effettuate durante il sopralluogo e nonostante l’opposizione della procura la corte ha ordinato a tutte le forze di polizia giudiziaria di produrre tutte le fotografie".

Marco Pellegrini, legale del fratello della vittima, Mirco Marzoli ha affermato che: "C’erano tre richieste di perizie che sono state rigettate sul presupposto che ritengo corretto: la perizia deve essere ritenuta necessaria ma il collegio ha detto che non è necessario disporle oggi. Se i consulenti e i periti chiariranno i punti non ci sarà bisogno di farlo". Soddisfatto l’avvocato Cosimo Zaccaria: "E’ stato detto no a una serie di perizie ad oggi ritenute superflue: cosa sia stato utilizzato per carbonizzare Alice Neri è emerso in incidente probatorio, ovvero olio minerale lubrificante dello stesso tipo della tanica su cui c’erano le impronte digitali di Gaaloul. Respinta poi l’eccezione di nullità sulle intercettazioni telefoniche e quelle precedenti sull’ipotesi di nullità dell’interrogatorio. Si arriva finalmente al dunque dell’esame dei testimoni da noi introdotti e tutti i nostri consulenti". L’udienza si è chiusa intorno alle 14.30 ed è stata fissata la data della prossima, l’8 maggio. Come accaduto nelle precedenti udienze l’imputato ha lasciato il carcere caricato sul ‘cellulare’, furgone ad uso della Polizia Penitenziaria con modalità ‘discutibili’.

Valentina Reggiani