La rigidità borghese scardinata dalla follia. In scena un Pirandello 3.0

L'attore e regista Andrea Ferrari si ispira a Pirandello per portare in scena "Il berretto a sonagli", affrontando il tema della pazzia e del tradimento con profondità e sensibilità.

La rigidità borghese scardinata dalla follia. In scena un Pirandello 3.0

La rigidità borghese scardinata dalla follia. In scena un Pirandello 3.0

Andrea Ferrari, attore e regista eclettico e apprezzato, sente Luigi Pirandello molto vicino alle sue corde: "Mi accomuna a lui anche l’esperienza psichiatrica – spiega –. Pirandello ebbe la moglie rinchiusa in un manicomio per 40 anni, mentre io, prima di dedicarmi al teatro, per dieci anni ho prestato servizio come infermiere in un reparto psichiatrico, conoscendo da vicino la sofferenza psichica delle persone". Direttamente o indirettamente, la pazzia si affaccia in tutte le opere di Pirandello: avviene anche ne "Il berretto a sonagli", un "Pirandello 3.0" che la compagnia di Andrea Ferrari metterà in scena da domani a domenica 26 al Teatro Tempio.

Nel "Berretto a sonagli" protagoniste sono due coppie: un marito tradisce la propria moglie con la moglie dell’altro, per cui si creano due ‘mondi’, gli amanti e i traditi. "Il testo affronta anche il distacco generazionale fra un marito e la propria moglie – sottolinea Ferrari –. Interessanti sono pure le differenti classi sociali delle due coppie, borghesia e proletariato, e la loro contaminazione". Ognuno di noi – dice lo scrivano Ciampa – porta sulla testa tre corde: quella civile che sta in mezzo alla fronte, quella seria sulla tempia destra, e quella pazza sulla tempia sinistra. E la pazzia sarà la chiave per lavare via l’onta del tradimento. In scena con Andrea Ferrari, saranno Anna Stroppiana, Loredana Fornelli, Mario Saverio de Candia, Veronica Torre, Daniele Menabue e Valentina Garofalo.

s. m.