La storia di Mouhaned, più forte della sclerosi

Castelfranco, nonostante la malattia è un campione del karate e non si arrende. "La vita è un metro dove devi conquistare ogni millimetro"

La storia di Mouhaned, più forte della sclerosi

La storia di Mouhaned, più forte della sclerosi

"La vita è un metro dove devi conquistare ogni millimetro", queste sono parole di Mouhaned Fraieh, ragazzo 33 anni di chiare origini tunisine ma che ha sempre vissuto in Italia da quando aveva sei mesi, prima abitava a Carpi ora a Castelfranco Emilia. La sua è una storia di sport e di sofferenza. Fin da piccolo ha cominciato a praticare il karate, nell’ultimo fine settimana ha partecipato all’International championship Norway Open ad Oslo dove c’erano avversari da tutto il mondo. Ad Oslo ha centrato un primo e secondo posto nelle discipline kumite combattimento e kata dove individualmente si fa una lotta immaginaria.

Fraieh ha praticato anche kickboxing, un’altra delle sue passioni che sviluppato nel corso del tempo: "Ho cominciato ad andare in palestra con mio padre – dice Mouhaned – poi strada facendo oltre karate mi sono appassionato alla kick boxing, un’altra disciplina marziale che richiede tanti allenamenti e sacrifici". Nel 2021 arriva la sofferenza, quella vera fuori dal ring, quella capace di toglierti ogni tipo di passione. Un nemico nemmeno troppo immaginario capace di stenderti al tappeto senza fare nessuna mossa: "Era il dicembre 2021 e mi stavo preparando per il campionato italiano di kick boxing, ho cominciato ad avere dei disturbi con una perdita di sensi. Dall’ombelico in giù non sentivo più praticamente nulla. A quel punto ho decido di andare all’ospedale di Baggiovara. Dopo una decina di giorni di controlli, risonanza e ogni altro genere di esami mi è stata riscontrata la sclerosi multipla. All’inizio è stata dura da accettare, soprattutto perché pensavo di non poter fare più sport. E’ un dolore che mi sono portato dietro per un po’ senza dirlo a nessuno". Ma la scintilla dello sport è stata più forte della sofferenza e di quel nemico che vuole metterti ko senza riuscirci: "Non potevo abbandonare gli sport che ho sempre amato e per cui ho fatto tanti sacrifici. Ho imparato a convivere con la malattia, inizialmente mi davano una pastiglia, poi le cose sono peggiorate ora una volta al mese faccio una flebo".

Le cose cambiano alla velocità della luce. Mouhaned Fraieh è uno che guarda negli occhi la malattia e la combatte: "Molti non sanno della sclerosi, sia i colleghi di lavoro di Bologna, lo stesso accade in campo sportivo. Non voglio fare pena a nessuno. Ho imparato a gestire il mio tempo in base alla stanchezza che porta la sclerosi. Se al mattino mi sento pimpante e pieno di energie mi alleno, se invece accade il contrario lo faccio di sera". Un combattente che ha messo la sua esperienza al servizio degli altri: "Faccio da istruttore in una palestra di Manzolino a Castelfranco Emilia, anche qui molti miei allievi non sanno nulla, altri l’hanno scoperto quando ho avuto qualche problema. A loro insegno il sacrificio, il guadagnarsi ogni millimetro di quel metro. Il mio desiderio è quello che qualcuno di loro faccia più di me a livello agonistico. Senza sport mi sentirei una persona morta. Il mio sogno è partecipare ai prossimi campionati Europei in Polonia e dopo arrivare ai mondiali".

Antonio Montefusco