C’erano i suoi amici, i colleghi artisti con gli strumenti in mano, i suoi allievi. Ma soprattutto c’era la sua musica ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio. Varie centinaia di persone hanno partecipato ieri pomeriggio alle esequie di Luciano ‘Lucio’ Bruni, affermato pianista e musicista modenese, morto improvvisamente sabato a 63 a causa di un malore. Nella cappella della Terracielo Funeral Home, i componenti storici del suo gruppo, il ‘Free Quintet’, hanno intonato le canzoni che più piacevano a Lucio: ‘Over the Rainbow’, un pezzo strumentale del nuovo disco in uscita e ‘St. Thomas’ di Sonny Rollins, "la ‘sigla’ di chiusura di ogni nostra jam session, e tutti si sono commossi, ritrovando Lucio in quelle note", afferma il chitarrista Cesare Vincenti, amico fraterno di Lucio, e componente del gruppo. Anche Vinicio Capossela ha cantato un brano dedicato a Bruni, suo maestro di pianoforte negli anni Novanta quando Capossela abitava a Modena, leggendo anche un pezzo del suo libro dove parla del suo rapporto con Lucio da cui ha imparato "i colori degli accordi, quelli maggiori sono azzurri, quelli minori invece virano al blu". "Si respirava tanta emozione – prosegue Vincenti -. Noi storici del gruppo (Enrico Lazzarini, Andrea Burani, Onofrio Paciulli, Michele Mangani, Mirco Tagliazucchi, oltre allo stesso Vincenti) abbiamo deciso di suonare per lui, come facciamo ogni volta che uno dei nostri amici musicisti viene a mancare. Quante volte Lucio aveva suonato al pianoforte in omaggio di un amico… Poi c’erano moltissimi artisti, non solo del jazz ma anche del rock, provenienti pure da fuori Modena, ognuno con lo strumento in mano". "Ora porteremo avanti il progetto del nostro disco, che dovrebbe uscire tra dicembre e gennaio – conclude Vincenti –. Eravamo felici, un sogno che avevamo da tempo. Andremo avanti a suonare, per lui, in suo onore. Anzi, il suo ricordo sarà il valore aggiunto di ogni nostra esibizione e organizzeremmo un memorial ‘Lucio Bruni’. Inoltre riprenderemo le jam session del lunedì. Glielo dobbiamo". Tra le testimonianze, oltre a quella della figlia Agnese, hanno riempito di tenerezza le parole di un vicino di casa di Lucio: "Noi lo sentivamo sempre suonare e studiare gli accordi. Così gli mandavamo un messaggio con le ‘richieste’ personalizzate di canzoni… E lui le suonava per noi. Se non le conosceva le studiava e poi ci scriveva ‘Sono pronto’, e noi tutti al balcone o alla finestra ad ascoltarlo. E’ stato molto bello averlo come vicino di casa".
Maria Silvia Cabri