"Le nostre mascherine tutte ‘made in Modena’"

Due aziende del settore moda hanno riconvertito la produzione: sono i produttori di calzature e abbigliamento Bergamini e Dinardo

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di Cristina Boschini

Anche il settore della moda si è messo in campo per fronteggiare l’emergenza covid 19. E’ il caso di Luca Bergamini e Davide Dinardo, modenesi, rispettivamente produttori di calzature e di abbigliamento di lusso. I due imprenditori, già molto noti per la loro attività in questo campo (Davide Dinardo, lo ricordiamo, ha curato l’abbigliamento di Vasco Rossi in occasione del ‘Modena Park 2017’), hanno deciso di unire la loro esperienza e iniziare la produzione di mascherine. Un prodotto ‘made in Modena’, che sta riscuotendo forte attenzione. Abbiamo chiesto loro di raccontarci questa esperienza. "L’idea è nata, raccontano, vedendo la difficoltà di reperire questi presidi sul mercato. Ne abbiamo parlato e abbiamo pensato di unire le forze per iniziarne la produzione".

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate?

"C’è un iter burocratico lungo e complesso da superare. Abbiamo partecipato al bando statale, abbiamo provveduto alla conversione dell’azienda perché, oltre all’abbigliamento, potesse avere le autorizzazioni necessarie a produrre i dispositivi di protezione. Quindi abbiamo fatto realizzare i tessuti certificati antibatterici e idrorepellenti. Le nostre mascherine hanno il beneficio di attestazioni che le garantiscono".

Che tipo di dispositivo producete?

"Sono Dpi prima categoria e ne produciamo due modelli: ‘M1’ e ‘M2’. Si tratta di mascherine che

proteggono da batteri e polvere, essendo costituite da uno strato di tessuto interno antibatterico, che va a contatto con la pelle ed, esternamente, da tessuto idrorepellente. Il modello ‘M2’ ha un ulteriore filtro fra i due tessuti. Questi dispositivi servono per proteggere se stessi e gli altri, ovviamente rispettando le distanze di sicurezza e le normative ministeriali. Il presidio può essere utilizzato da tutti, anche nei luoghi di lavoro".

Purtroppo c’è chi ha speculato su questi presidi, voi come gestite i costi?

"Il nostro obiettivo è stato, fin dall’inizio, dare vita a un prodotto trasparente e contenuto nei prezzi. Applichiamo i costi di produzione e anche ai nostri grossisti imponiamo un ricarico che sia nell’ordine di centesimi. Siamo molto severi in questo: vogliamo che nessuno approfitti della situazione per trarre vantaggi propri utilizzando il nostro prodotto".

Come procede la produzione?

"Attualmente, grazie al lavoro di una cinquantina di operai, siamo in grado di produrre circa 50mila mascherine alla settimana. Abbiamo ricevuto richieste dall’Italia e dall’estero. Siamo stati contattati anche da alcuni negozianti che fanno parte di Assomoda, che le hanno trovate, oltre che efficaci, molto gradevoli alla vista".

Cosa bisogna fare per avere i vostri presidi?

"Siamo disponibili a inviarne un campione a chiunque lo richieda; basta scrivere all’indirizzo:

commerciale.covid19.lagang@gmail.com".