Anche a Modena, i dati climatici relativi al 2023 sono allarmanti e vanno monitorati con attenzione. È questa, in poche parole, l’analisi emersa nell’intervento ’Il Clima a Modena tra passato, presente e futuro’ che, ieri pomeriggio, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, ha visto la partecipazione dei tecnici dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena Luca Lombroso, Francesca Despini e Sofia Costanzini. Per inquadrare meglio la situazione modenese, Lombroso ha introdotto il suo discorso citando i dati globali. "Per capire la gravità della situazione – spiega il meteorologo – potremmo immaginare di trovarci su una nave diretta verso un iceberg. Prima dell’accordo di Parigi, nel quale è stato fissato l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, l’impatto sembrava inevitabile e catastrofico. Oggi, sembra che i danni di questo ‘schianto’ possano essere limitati, ma se pensiamo ai dati del 2023, anno in cui ci si è avvicinati pericolosamente alla soglia di 1,5°, occorre mantenere alta l’attenzione". La colpa dell’aumento delle temperature, prosegue Lombroso, "nasce dalla concentrazione di Co2 nell’atmosfera. In questi giorni stiamo raggiungendo il massimo annuale".
I prossimi mesi saranno decisivi per capire il futuro del pianeta. Se, infatti, le temperature continueranno ad aumentare, "bisognerà agire immediatamente per invertire la rotta. Se, invece, l’aumento sarà meno drastico, avremo più tempo a disposizione". Ieri al Festival ospite d’onore l’archistar Carlo Ratti. E oggi si prosegue sempre all’ex AEM: in mattinata si parlerà di innovazione e sostenibilità in azienda (Mediamo in collaborazione con l’Associazione per la Responsabilità Sociale d’Impresa); al pomeriggio di inclusione.
j.g.