
Nicoletta Mantovani ha presentato alla Casa Museo l’ambizioso progetto "Luciano ha sempre amato la musica senza confini. E così sarà".
La voce di Luciano Pavarotti continua a volare nel mondo, accolta sempre da un affetto, anzi un amore, che non si spegne. "E nel suo nome noi vogliamo dare un futuro alla musica, e soprattutto a quella che Luciano amava tanto, la musica senza confini", spiega Nicoletta Mantovani, vedova del tenorissimo e presidente della fondazione a lui intitolata. Proprio nel ricordo di Pavarotti, ieri alla ‘sua’ Casa Museo è nata ufficialmente l’Orchestra Fondazione Luciano Pavarotti, un progetto artistico che gli stessi promotori definiscono "ambizioso e profondamente simbolico": sarà "un’orchestra fatta su misura per la nostra fondazione, che possa esibirsi a un livello alto, accompagnando i nostri cantanti e non solo", aggiunge Nicoletta. "Un’orchestra che ha il cuore a Modena ma lo sguardo aperto al mondo", sottolinea il maestro Matteo Parmeggiani che, dopo undici anni trascorsi con l’Orchestra Senzaspine di Bologna (di cui è stato anche cofondatore), ha scelto di abbracciare come direttore artistico "questa nuova avventura in cui ho l’onore di affiancare la Fondazione Pavarotti", dice. L’orchestra Pavarotti sarà "un organismo vivo", spiegano i promotori, capace di affrontare un repertorio classico ma anche una visione innovativa, magari più pop, del fare musica. L’organico sarà flessibile, da 20 a 70 elementi, tutti musicisti professionisti di varie età, riunendo quindi i generi musicali e anche le generazioni: le prime parti (come Daniele Negrini, primo violino, Jacopo Paglia, primo violoncello, Annamaria Di Lauro, primo flauto, Andrea Centamore, primo oboe, e Alberto Condina, prima tromba) sono anche fra i soci fondatori. "E prevediamo anche una sezione ritmica che non esiste usualmente in altre orchestre, per poter garantire la trasversalità necessaria ai vari repertori", dice Parmeggiani.
La nuova orchestra debutta grazie a risorse private, e in particolare con il contributo di Luigi Zanolio di Alternative Group che è anche presidente del consiglio direttivo: "Crediamo molto in questa operazione che possa aiutare i giovani ad avvicinarsi alla musica e generi anche diversi – sottolinea –. E naturalmente cerchiamo anche altri investitori illuminati o ‘pazzi’ che possano aiutarci a veicolare la musica nel mondo". Al momento, infatti, l’orchestra non gode di risorse pubbliche, anche se presenterà domanda per accedere ai contributi ministeriali. Il Comune di Modena ha concesso il suo patrocinio "anche perché Luciano Pavarotti è stato un grande ambasciatore di Modena, e per noi ogni iniziativa legata al suo nome è fondamentale anche nella promozione del territorio", interviene l’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi: per ora, tuttavia, l’amministrazione di Modena non ha destinato fondi a questa nuova orchestra. Al contempo, occorrerà cercare una ‘casa’ per questi musicisti: la sede dell’orchestra è presso la Casa Museo Pavarotti di Santa Maria Mugnano, per le prove al momento si viaggerà da un luogo all’altro.
"La nascita di una nuova formazione va sempre festeggiata, perché la musica è un linguaggio di pace", dice il maestro Peppe Vessicchio che ha diretto un’anteprima dell’orchestra Pavarotti, lo scorso dicembre a Bologna. "Luciano Pavarotti aveva una grande capacità comunicativa, sapeva rendere colto il popolare e popolare il colto, e questa iniziativa, che nasce dalla comunione e dalla voglia di stare insieme, mi rende particolarmente felice – prosegue il celebre musicista e direttore –. Dobbiamo investire sulla musica, sul suo insegnamento anche già fra i bambini delle scuole: dove si fa musica non c’è conflittualità, e il fenomeno del bullismo è quasi assente".