Lorenzo Corradini, chi era il ragazzo morto nell'incidente di Pavullo

Il giovane è deceduto a 18 anni finendo con l’Apecar contro un muretto. Le lettera: "Terrò vivo il tuo sorriso"

Lorenzo Corradini in una foto sorridente

Lorenzo Corradini in una foto sorridente

Pavullo (Modena), 22 giugno 2020 - Una serata tra amici finita in tragedia. Era reduce da una cena, forse uno dei primi momenti di spensieratezza dopo il lockdown, e si era messo alla guida della sua adorata Apecar Piaggio per raggiungere, pare, un locale in centro. Ma la sua vita si è spezzata contro un muretto, al civico 33 di via Giardini sud, a Pavullo, "una strada maledetta" dice chi ci vive. E’ morto così, nella notte tra sabato e domenica, Lorenzo ’Lollo’ Corradini, 18 anni appena compiuti. Qualche minuto prima delle 2.30 il boato che ha svegliato i residenti.

Per cause in corso di accertamento il giovane, che era alla guida, ha perso il controllo del mezzo andando a sbattere violentemente, dopo un testacoda, contro la recinzione di una casa. I residenti sono stati svegliati dal boato e, affacciati alla finestra, hanno visto una scena straziante. Nel frattempo erano già stati chiamati i soccorsi ma Lorenzo non ce l’ha fatta: è morto praticamente sul colpo nonostante i tentativi del 118 di rianimarlo. Fatale sarebbe stato un trauma alla gola. Fuori pericolo ma sotto choc l’amico 17enne che era con lui sull’Apecar e ha assistito impotente: ora è ricoverato al Maggiore di Bologna in condizioni di media gravità.

Sul posto è arrivato il padre della vittima che, dinanzi alla tragedia, ha accusato un malore. Un dolore troppo grande la morte di un figlio: il giovane proprio poco prima era rientrato a casa per poi uscire nuovamente. Ma un chilometro più avanti ha trovato la morte. Subito sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia di Pavullo per i rilievi: come da prassi verranno fatti anche gli esami tossicologici che indicheranno eventuali tracce di alcol nel sangue. E’ possibile che l’Apecar abbia sbandato lungo la rotatoria per poi ruotare su se stessa di 360 gradi finendo per abbattere un panetto di cemento e la ringhiera di una abitazione.

A quella stessa ringhiera ieri mattina era appeso un mazzo di fiori gialli, un girasole per Lollo: "Ci mancherai". Lorenzo aveva frequentato l’istituto Marconi e da qualche tempo aiutava lo zio nell’officina di famiglia Fratelli Braglia. Spesso si ritrovava con gli amici a lavorare sulla sua Apecar che, per lui, era come una macchina. Aveva festeggiato la maggiore età durante il lockdown e stava per prendere la patente. Nel frattempo usava l’Apecar Piaggio. Sul suo profilo Instagram compare in varie foto, segno che ci era molto legato. Ma l’altra notte la sua AperCar l’ha tradito. E’ rimasta inchiodata sull’asfalto, la vernice arancione scrostata e tante ammaccature. E, per lui, si è trasformata in una trappola mortale.

Gli amici non si danno pace. Jasmine ha affidato a una lettera il suo ricordo. "Un bravissimo ragazzo, allegro, sempre solare. È così che ti voglio ricordare. Poteva capitare a me, a qualsiasi mio amico, a chiunque altro. Molti, anzi, troppi ragazzi si lasciano condizionare dalle altre persone, arrivando a compiere azioni senza senso o gesti folli. Poi ci sono i ragazzi come te, che invece amano la vita, e questa gli viene strappata come se niente fosse. La tua scomparsa lascia increduli e il primo pensiero è per te, per i tuoi progetti di vita, per i tuoi genitori, per i parenti, per tutti noi. Una vita che si spegne troppo in fretta toglie un po’ di fiducia e futuro a tutti. Un amico è per sempre e tu per me lo sei ancora, anzi, oggi più che mai. Oggi che le nostre vite sono cambiate, oggi che non ci sei più tu. Una parte di me sarà sempre con te, e questo mi fa sperare che andrà tutto meglio, che potremo rincontrarci e tornare a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto: sorridere, divertirci, vivere. Qui non si sta bene, mi manchi: mi mancano le tue dolci parole, le tue battute, le nostre discussioni, i tuoi stupidi scherzi e le tue improvvisate. Ma bisogna andare avanti. Lo faccio per te, che mi hai sempre insegnato e incoraggiata a dare il massimo, a non tirarmi indietro. Una volta mi hai detto che non mi avresti mai abbandonata, che mi avresti protetta, che ci saresti sempre stato per me. Ed è per questo che ti dico grazie. Un amico come te si ricorderà sempre. E ora vivrò così, sorridendo e divertendomi, affinché ogni mia risata permetta al tuo volto di splendere sul mio. Ti volevo bene. Ora e per sempre". Anche l’amministrazione comunale si stringe alla famiglia per questa "perdita indescrivibile".