VALENTINA REGGIANI
Cronaca

L’urlo di Mohamed Gaaloul: "Non sono colpevole, non ho ucciso io Alice. Mai pensato di scappare"

L’unico accusato dell’omicidio della giovane mamma di Ravarino si difende in tribunale: "Quando lei mi ha chiesto di scendere dall’auto, io l’ho fatto. E poi mi sono addormentato".

L’urlo di Mohamed Gaaloul: "Non sono colpevole,  non ho ucciso io Alice. Mai pensato di scappare"

L’urlo di Mohamed Gaaloul: "Non sono colpevole, non ho ucciso io Alice. Mai pensato di scappare"

"Non sono colpevole. Io non c’entro niente con l’omicidio di Alice Neri". Dopo quindici mesi dall’agghiacciante delitto nelle campagne di Concordia della giovane mamma di Ravarino, per la prima volta – e a sorpresa –, l’imputato Mohamed Gaaloul ha rotto il silenzio. Lo ha fatto al suo arrivo in tribunale quando, davanti ai giornalisti assiepati davanti all’ingresso di via Gherarda ha gridato: "Non sono colpevole, non c’entro con l’omicidio di Alice Neri". E lo ha fatto una seconda volta in aula, prima che la Corte si ritirasse. Ad incalzare l’imputato a parlare è stato lo stesso presidente della Corte d’Assise Ester Russo all’inizio della seconda udienza del processo che lo vede imputato per omicidio volontario e distruzione di cadavere, invitandolo nuovamente a raccontare la propria verità con spontanee dichiarazioni o attraverso un interrogatorio, avendo invocato ‘verità’ davanti ai giornalisti. "Non c’è verità se l’imputato di un fatto così grave non espone le proprie verità", ha detto la presidente Russo rivolgendosi a Gaaloul. "Il Presidente mi ha invitato a parlare e anche gli altri avvocati mi hanno detto di parlare e oggi voglio fare spontanee dichiarazioni – ha dichiarato Gaaloul con voce bassa, rivolgendosi alla corte – Volevo parlare già da molto tempo, ma non ho mai parlato prima perché ho deciso di ascoltare il consiglio del mio avvocato. Io non sono scappato dall’Italia: avevo già programmato di andare all’estero per cercare lavoro – ha affermato – (l’imputato è stato catturato in Francia l’8 dicembre 2022, ndr). Per andare in Francia ho preso il treno da Milano, con il biglietto insieme a mia moglie e al nostro cane. Avevo i miei documenti e sono stato controllato alla frontiera – ha precisato – Sono andato via anche perché la casa a Concordia era senza riscaldamento e luce e non pagavo l’affitto. Io non ho ucciso la signora Alice Neri – ha ribadito rivolgendosi ancora alla corte – Quando lei mi ha detto di scendere dall’auto io sono sceso, mi trovavo distante da casa e ho dormito in mezzo alla campagna, in un posto di fortuna. Quello che è successo dopo che sono sceso dall’auto non lo so. Ripeto: non ho ucciso la signora Alice Neri, non avevo motivo di farlo. E ve ne renderete conto alla fine di questo processo che dimostrerà che non ho ucciso Alice Neri. Risponderò a tutte le domande che le parti mi faranno quando farò l’interrogatorio".

Dopo che Gaaloul ha negato ogni suo coinvolgimento nel delitto la presidente della corte ha precisato che solitamente l’esame dell’imputato viene fatta al termine del dibattimento, dopo che sono stati sentiti tutti i testi ma che "visto che lei ha detto quello che ha detto e ci crede, si può sottoporre prima e non potremmo valutare in partenza la verità delle sue dichiarazioni. Qua siamo tutti umani – ha ribadito – è necessario che ci sia questo scambio quando ci sono fatti che hanno provocato tutto questo dolore".

Presente in aula, ieri, anche il fratello della vittima, Matteo Marzoli: "Abbiamo sentito la voce di Gaaloul ma per quello che ha detto non è cambiato nulla – ha affermato al termine dell’udienza – Non c’è niente da pensare; ha semplicemente ripetuto quello che ha detto il suo legale in questi 14 mesi: non ho ucciso Alice, non so niente di cosa sia successo dopo che sono smontato dalla macchina. L’unica differenza è che lo ha detto dalla sua bocca; poco cambia ma sentire la sua voce non mi ha fatto alcun effetto in particolare: non sono particolarmente interessato alla sua persona. Abbiamo chiesto quanto prima di poter fare il funerale ma sono d’accordo con mia madre che la salma sia trattenuta fino a che ce né bisogno, perchè non ci fidiamo di nessuno".

Ieri, infatti, l’avvocato dei familiari della vittima, Cosimo Zaccaria ha fatto istanza per poter ottenere il dissequestro della salma di Alice e alla richiesta si è associata la difesa di Negrini, marito della vittima, rappresentata dall’avvocato Antonio Ingroia, (sostituito in aula dall’avvocato Eolo Alessandro Magni) e quella del fratello, con l’avvocato Marco Pellegrini. I pm titolari del fascicolo, Natalini e Amara hanno chiesto di attendere l’audizione dei periti della difesa mentre la difesa dell’imputato, l’avvocato Ghini non ha sollevato alcuna obiezione in merito. La corte ha però rigettato la richiesta fino all’esame dei consulenti. "Le sofferenze sono state tante – ha affermato la presidente Russo – non cambia nulla attendere un mese in più".