VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Mamme uccise, lo sfogo di Olivieri: "Cresco mio nipote senza aiuti. I bimbi orfani vanno tutelati"

Il fratello di ’Titti’, strangolata nel 2012 dal compagno, ha lottato per l’affidamento del piccolo che aveva 11 mesi "In questi casi non restino con la famiglia dell’assassino. E lo Stato deve supportare, ci ha lasciati soli"

Mamme uccise, lo sfogo di Olivieri: "Cresco mio nipote senza aiuti. I bimbi orfani vanno tutelati"

Modena, 15 giugno 2024 – Dietro al crudele omicidio di una donna, di una mamma ci sono vittime silenziose. Sono i suoi bambini che, in un battito di ciglia, si trovano soli: orfani di femminicidio. Sono vittime inconsapevoli e impotenti ma in pochi ne parlano, se non nell’immediatezza dei sanguinosi e tragici eventi. E’ su ciò che oggi, invece, ci si dovrebbe interrogare. Mentre la giustizia farà il suo corso, che ne sarà di loro? Si troveranno ancora una volta al centro di battaglie? I figli di Anna, dottoressa in Medicina nucleare e specializzanda in Radiologia con Unimore sono troppo piccoli per scegliere. Saranno i Servizi sociali, in concerto con il tribunale dei minori a valutare quale sarà la soluzione meno dolorosa per i piccoli, nella consapevolezza che nessuno potrà mai restituire loro la mamma. Ad intervenire sul delicatissimo tema è Alessandro Olivieri, fratello della modenese Tiziana, strangolata dal compagno Ivan Forte nel 2012 a Fontana di Rubiera. Alessandro a maggio 2017 ha ottenuto, e non senza poche battaglie, l’affido come genitore monoparentale del nipotino ed ora vorrebbe poterlo adottare.

"Quello che mi sento di dire è che i bambini orfani di femminicidio non devono essere affidati alla famiglia dell’assassino; non è giusto, in primis per loro. Mio nipote aveva soltanto undici mesi quando il padre gli ha ammazzato la mamma, lasciandolo orfano e rovinando quattro famiglie: la sua, la loro, quella che mia sorella si era creata, la nostra, ovvero me e mia madre e la mia vita personale, che io non mi sono potuto costruire. Non è un rimpianto – sottolinea Alessandro – perchè per crescerlo io ho abbandonato tutto e ora mio nipote è un ragazzino sereno ma con un grosso fardello sulle spalle, che si porterà sulle spalle per sempre. Non è mai arrivata neanche una lettera di scuse da colui che lo ha messo al mondo e poi lo ha lasciato orfano, neppure un euro per crescerlo. Noi, i soldi che erano stati previsti al termine del processo non li abbiamo mai visti. Mio nipote è stato abbandonato dallo Stato in tutti i sensi". In terzo grado, la Cassazione aveva confermato per l’assassino 20 anni di carcere e disposto una provvisionale per il piccolo, per la mamma della vittima e per il fratello superiore a 450mila euro. "Soldi che non vedremo mai – commenta ancora Olivieri –. Quei soldi gli servivano per costruirsi un futuro: io sono un idraulico, faccio come posso. Lo Stato dovrebbe tutelare questi bambini invece non è così. Io e mia madre ci siamo occupati da soli di lui. Attraverso il mio legale avevo chiesto il pignoramento dello stipendio percepito da Forte in carcere: ma neppure quello si è mai visto. Pensate, quando mia sorella è stata ammazzata, mio nipote è sparito per due giorni: eravamo disperati. I parenti dell’omicida lo avevano portato da altri parenti a Bologna. Grazie ai carabinieri, due giorni dopo il delitto, era domenica – mia sorella era stata uccisa il venerdì sera – siamo riusciti ad andarlo a riprendere e lo abbiamo portato a casa. Ho deciso di crescerlo e lui da allora è con me.

Ora ha 13 anni e non ho mai permesso che si avvicinassero a lui; devo pensare a difenderlo. A mio nipote in questi 13 anni non è mai stato dato né un biglietto di auguri né un euro dai nonni e quando mi hanno proposto una mediazione familiare, io mi sono opposto: per lui sono sconosciuti che mai si sono preoccupati del suo benessere. E’ rimasto orfano a 11 mesi – sottolinea – ci rendiamo conto?".