GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Maria Grazia Modena: "Doppioni tra ospedali. Riorganizzando la rete liste d’attesa più corte"

Parla la candidata sindaco della lista civica ’Modena per Modena’ "Spesso le funzioni tra Policlinico e Baggiovara si sovrappongono. Azienda unica per snellire le decisioni e uniformare i sistemi informatici". .

Maria Grazia Modena: "Doppioni tra ospedali. Riorganizzando la rete liste d’attesa più corte"

"Azienda sanitaria unica, eliminazione dei doppioni, potenziamento della telemedicina per snellire le liste d’attesa". Non poteva che partire dalla sanità la ‘rivoluzione’ della candidata sindaco della lista ‘Modena per Modena’, la dottoressa Maria Grazia Modena.

Modena, ma un sindaco che potere ha sulla sanità?

"Volendo può averne tanto. Il sindaco è presidente della Conferenza territoriale socio sanitaria, partecipa alla scelta del direttore generale e assieme agli altri sindaci della provincia può determinare il potenziamento della medicina territoriale attraverso per esempio le Case di comunità. In generale attraverso la moral suasion e il suo ruolo può indirizzare le strategie provinciali in ambito sanitario".

Lei sostiene che la sanità a Modena non è più quell’eccellenza di tanti anni fa.

"Tutto è peggiorato dopo l’aziendalizzazione degli ospedali avvenuta a livello nazionale nel 1992. Le strutture sanitarie sono state trasformate in aziende, mentre nel contempo si sono cominciate a ridurre le risorse dallo Stato. Prima il direttore sanitario si occupava di organizzazione dell’ospedale mentre la responsabilità economica era delegata a qualcun altro. Adesso tutto segue logiche imprenditoriali e i direttori generali sono onnipotenti e di nomina politica. Per spiegare il concetto di ’azienda Policlinico’ penso al compianto dottor Rubbiani che reclutò il capo delle risorse umane della Ferrari...".

Questo vale per tutta la nazione ovviamente, ma a Modena qual è l’anomalia?

"Il problema di Modena è che ci sono tre ospedali (con l’Hesperia) che fanno spesso le stesse cose a breve distanza l’uno dall’altro. C’è il Policlinico, poi Baggiovara voluto dai medici ospedalieri, che ha un enorme buco economico e paga l’affitto alla Regione. Sono ospedali che vanno in rosso da sempre, e questo ricade sulla qualità dei servizi ai pazienti. Colpe politiche di anni di gestione della sanità da parte della Regione a guida prima Ds, poi Partito democratico. Non dimentichiamo che non lontano da Baggiovara, c’è l’Ospedale di Sassuolo".

Modena resta però un punto di riferimento nazionale per chi viene da fuori regione.

"Questa è una leggenda metropolitana. É un discorso che valeva anni fa. Adesso la classifica annuale di Newsweek relega Modena dietro Bologna e Reggio Emilia, Baggiovara dietro Parma. Nella classifica internazionale dei primi 250 ospedali per gradimento dei cittadini vi sono 14 realtà italiane, ma di Modena nemmeno l’ombra".

Come riorganizzerebbe la sanità modenese se dovesse dare delle indicazioni?

"Ciascuna struttura deve seguire esclusivamente la propria vocazione originaria. Il Policlinico è il polo materno-infantile-oncologico, Baggiovara invece è il centro di riferimento per le emergenze-urgenze per ictus, infarti, traumi. Queste vocazioni non sono del tutto rispettate e tutti fanno un po’ tutto, facendo lievitare i costi. Poi c’è l’Hesperia Hospital sede della Cardiochirurgia, Ospedale privato, accreditato. Io l’ho sempre definito il paradosso emiliano".

Auspica una maggiore attività in rete.

"È vitale. Oggi esistono due realtà: l’Azienda Ospedaliera Universitaria, che comprende Policlinico e Baggiovara, e l’Asl (Azienda sanitaria locale). La prima fornisce prestazioni commissionate dall’Asl. A mio parere andrebbe realizzato un’Azienda unica, in modo che si abbia una tecnostruttura unica, una più veloce catena decisionale, con applicativi (sistemi informatici ) comuni che non esistono ora neanche tra Policlinico e Baggiovara".

Può fare un esempio?

"Io medico, non posso accedere a un paziente che è stato ricoverato in un altro ospedale, anche se lo sto visitando al Policlinico. E tra l’altro questa semplificazione risolverebbe anche le liste d’attesa con una visione su tutta l’area provinciale. Si ridurrebbero Direttori e vicedirettori sanitari, introvabili, sempre in eterne, continue riunioni".

Ma ritiene possibile adesso ormai unire tutte le strutture?

"Beh, a Bologna ci sono riusciti, hanno creato una mega Ausl".

Gli ospedali di Modena comunque balzano spesso agli onori della cronache per interventi che hanno rilievo internazionale.

"Sono due livelli diversi. Un conto è l’eccellenza, e sicuramente a Modena c’è il top dal punto di vista oncologico, ortopedico, la chirurgia dei trapianti. Ma i modenesi non hanno, per fortuna, sempre bisogno di trapianti. Hanno soprattutto bisogno di prestazioni di routine, come colonoscopie, tac, risonanze magnetiche e attraverso il Cup vengono dirottati su tutto il territorio quando e dove c’è posto. Finendo spesso col decidere di rivolgersi al privato per fare prima, quando possono permetterselo".

Si invoca spesso l’impiego degli specializzandi per far fronte alla carenza di personale.

"Certo che devono e possono supplire alla carenza del personale: sono tutti medici. Forze nuove e motivate. Eviterei, solo, il termine infelice recentemente riportato dalle TV locali in un’intervista a un dirigente del Policlinico laddove dice ’ che verranno usati per abbattere le liste d’attesa’. Non è certo questa la soluzione. Gli specializzandi riguardano i reparti universitari. Sono tantissimi, lavorano molto, ma sono concentrati per lo più al Policlinico dove devono fare ricerca, che serve più al Direttore della Scuola che a loro. Dovrebbero invece andare su tutta l’area provinciale per imparare a curare i pazienti".