Martina Strazzer, quando l’impresa luccica "Così i miei gioielli hanno conquistato i social"

A soli 22 anni ha fondato il brand ’Amabile’: su Tiktok ha un milione di followers. "Il segreto? Creazioni splendide e comunicazione"

Martina Strazzer

Martina Strazzer

Modena, 22 giugno 2022 - A soli 22 anni, Martina Strazzer è un’imprenditrice di successo. Dal 2020 ad oggi, con una forte determinazione ha creato un brand, ‘Amabile jewels’, ha un team di collaboratrici e 1 milione di followers su tiktok.

Ci può raccontare la sua storia? Come ha iniziato?

"A 19 anni avevo appena finito le superiori. La mia famiglia è sempre stata orientata verso l’università, io ero molto studiosa, quindi ho deciso di farla. Ma ho sempre avuto, fin da piccola, uno spiccato spirito imprenditoriale. Dopo un tentativo con i test di medicina e biotecnologie, che non facevano per me, i miei rimanevano irremovibili, dovevo fare l’università. E anche io: volevo aprire un brand di gioielli online. Per loro era inconcepibile, non avevano neanche ben capito quale fosse la mia idea. E così mi iscrivo a marketing e organizzazione d’impresa. Ma nel frattempo il 100% delle mie forze andava al mio progetto. Con 300 euro in tasca, ho cominciato a girare per i vari laboratori orafi di Modena. Prodotto il pezzo, facevo la foto, la pubblicavo su instagram, e aspettavo di vendere. Non volevo espormi finanziariamente, anche perché facevo l’università, lavoravo il sabato da Zara e davo ripetizioni il pomeriggio".

E poi?

"La svolta: a maggio 2020 con tiktok. Al tempo era una piattaforma che veniva associata ai balletti. Io la usavo per parlare: facevo dei video dove volevo farmi conoscere come persona. E da lì è esploso tutto. I miei video sono andati virali. Grazie alla crescente popolarità, un po’ per caso, avendo sempre indosso molti gioielli, mi hanno iniziato a chiedere dove li avessi presi e io rispondevo che erano del mio brand ‘Amabile’. È cresciuto tutto così. Il giorno prima guardavo le lezioni dell’università, il giorno dopo gestivo gli ordini che ricevevo. All’inizio era tutto un po’ incerto, in più non volevo trasformare il mio personaggio sui social, divertente e leggero, in uno incentrato sull’imprenditoria. Ma a novembre, dopo che la mia vita stava continuamente cambiando, ho deciso di farlo. E c’è stato un nuovo boom totale".

Secondo lei, cosa ha determinato un successo così grande e veloce?

"I nostri gioielli sono splendidi, io stessa credo tanto nella loro bellezza. Ma la vera forza sta nella comunicazione. C’è una community di persone che seguono un personaggio complesso, come me, che parla di imprenditoria, delle difficoltà che incontro ogni giorno… In più i nostri design sono pensati, collegati ad un concetto: ogni collezione parte da una tematica sociale, quindi si crea anche un senso di appartenenza. Leghiamo ad un semplice oggetto qualcosa di più. Seguendoci ogni giorno, molte persone si sentono coinvolte, parte della crescita di questo successo. Il complimento (per me, un gran complimento) che ricevo più spesso è il fatto di aver ispirato qualcuno".

Ad oggi consiglierebbe di intraprendere un percorso come il suo?

"Non dirò mai di non fare l’università. Adesso non la sto facendo perché non ho il tempo materiale, ma appena sarò riuscita ad aver delegato tutto la farò. Ma io avevo proprio un fuoco dentro che ardeva. Non era un semplice ‘mi piacciono i gioielli’, io non riuscivo a chiudere occhio la notte, pensavo solo a quello. Se non c’è una passione così forte per l’imprenditoria, che ti fa trovare una soluzione a qualsiasi problema, allora no".

Perché ‘Amabile’?

"Amabile è il mio secondo nome di battesimo, in onore della mia bisnonna paterna, il cui sogno era di vedermi nascere, anche se è venuta a mancare un mese prima. In famiglia ci fa sempre effetto, perché per noi ‘amabile’ è la nonna Amabile".

Cosa ne pensa di tiktok? E’ un buon posto per i giovani?

"Tiktok è una piattaforma preziosissima, dove si può trovare di tutto e di più, nel bene e nel male. Bisogna saper scegliere chi seguire, come su tutti i social. Capisco che per una ragazzina di 14 anni che non ha ancora stilato un suo codice etico sia difficile, può essere fuorviante o manipolatorio. Si deve intervenire alla radice, insegnando ai più piccoli i valori e gli stimoli positivi di cui circondarsi".