Modena, 12 giugno 2024 – Una vita di corsa per riuscire a fare la mamma, la dottoressa (con due lauree) e per gestire due lavori: uno in qualità di dottoressa di Medicina nucleare all’ospedale di Innsbruck e l’altro al Policlinico di Modena, dove aveva vinto il concorso come specializzanda in radiologia.
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Faceva mille chilometri a settimana. Anna Sviridenko era una professionista stimata da tutti e una super mamma. “Sempre con il sorriso sulle labbra, sempre preoccupata di far star bene i suoi due bambini”, afferma chi la conosceva. Il rettore Unimore, Professor Carlo Adolfo Porro ieri, appresa la notizia ha sottolineato: “La nostra comunità è devastata dalla notizia della brutale uccisione di una sua specializzanda in radiologia. A nome di tutto l’Ateneo, esprimo il nostro più profondo e sentito cordoglio alla famiglia e ai suoi due figli. Unimore non resterà a guardare. Saremo vicini alla famiglia della vittima in questo momento di dolore insopportabile. Inoltre, intendiamo costituirci parte civile nel corso del processo che si instaurerà”.
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“È davvero difficile trovare le giuste parole per commentare un fatto così tragico – hanno commentato il direttore generale dell’Aou di Modena, dottor Claudio Vagnini e il direttore del dipartimento ad Attività Integrata di Radiologia Pietro Torricelli – ma dobbiamo sforzarci di trovarle e unirci tutti in un abbraccio ad Anna e ai suoi figli e al dramma che la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi stanno vivendo in queste ore”.
La donna, originaria di Minsk, Bielorussia viveva dal 2022 nella bassa modenese, a San Felice. Una compagna di università, Zina, le aveva trovato un appartamento accanto al suo e a quello del marito Davide Calanca. La coppia proprio in queste ore si trova a Minsk. “I genitori di Anna sono devastati. La sorella sta cercando di arrivare in Italia, ma non ha il visto. Andiamo in ambasciata domani (oggi, ndr) per cercare di aiutarla. Non si capacitano di quanto accaduto: la mamma è in uno stato comatoso, è distrutta. Siamo noi che abbiamo trovato ad Anna la casa, quando iniziò questa situazione; era il 2022 e mia moglie conosceva Anna da 20 anni, erano insieme all’università. Anna – spiega – non sapeva come gestire la minaccia di perdere i bambini; nonostante il tribunale dell’Austria le avesse dato ragione, dicendole che poteva tenerli tre settimane al mese voleva andare a Modena, per far sì che la situazione fosse più semplice: voleva avvicinarsi ed evitare una situazione conflittuale ai suoi figli. Invece, mentre faceva del bene è stata ammazzata. Era una persona meravigliosa”.
“A Innsbruck come medico radiologo, prendeva un ottimo stipendio – spiega il fratello, Giulio Calanca –. Il marito la incolpava di non essersi realizzato professionalmente ed era rientrato in Italia. Poi era partita la richiesta di affido da parte di entrambi. Essendo molta la distanza – racconta ancora –, Anna aveva deciso di avvicinarsi il più possibile, nella paura che affidassero i figli al marito per tempi molto lunghi e che i piccoli ne risentissero”.
"Per questo motivo – sottolinea – Anna aveva fatto un concorso a Modena, come specializzanda in radiologia e lo aveva vinto. Aveva scelto un lavoro meno retribuito per far si che i figli avessero una certa stabilità. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, era una persona meravigliosa”.