Mattarella a Modena, "Marco Biagi era un uomo di dialogo, Br sconfitte"

Applausi per il Capo dello Stato oggi al convegno scientifico dedicato al professore ucciso: "Resta il dovere della memoria". Città blindata

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Modena (FotoFiocchi)

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Modena (FotoFiocchi)

Modena, 18 marzo 2019 - “Marco Biagi era un uomo di dialogo, che amava il confronto con gli studenti. Le Brigate Rosse sono state sconfitte dall’unità del nostro popolo, ma resta il dovere delle memoria”, queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Modena (VIDEO), alla Fondazione Marco Biagi, in occasione del 17esimo convegno dedicato al professore ucciso il 19 marzo del 2002.

Mattarella, tra gli applausi, è stato accolto dal prefetto Maria Patrizia Paba, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dal presidente della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei. Mattarella si è accomodato in prima fila accanto alla vedova di Marco Biagi, Marina. Prima dell’inizio del convegno il Presidente della Repubblica si è intrattenuto con la vedova di Marco Biagi e uno dei due figli, presente al convegno.

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Di fronte a quanto accaduto 17 anni fa, "è molto importante che la Fondazione - a lui intitolata - abbia scelto, anno per anno, di ricordare Marco Biagi sviluppando le tematiche della sua riflessione dei suoi studi perché questo è il modo per sviluppare la strada, il percorso che Brigatisti volevano ostruire", ha detto anche il Presidente. "Per questo - ha proseguito - ringrazio molto la Fondazione per quanto svolge, rinnovo un saluto particolarmente intenso e di inalterata solidarietà alla signora Marina Orlandi, a Francesco Biagi e a Lorenzo Biagi e esprimo loro la riconoscenza della Repubblica per quel che Marco Biagi ha fatto nella sua vita". 

Biagi, ha osservato Mattarella, era uno "studioso che approfondiva i temi della sua disciplina, avvertendo con grande consapevolezza che il mirabile equilibrio disegnato nella nostra Costituzione richiede che ci si preoccupi costantemente di evitare che nascano ferite nella coesione sociale, di intervenire costantemente per sanarle, per ridurre e rimuovere le fratture sociali. Per questo i suoi assassini lo hanno ucciso".

Il Presidente ha aggiunto: "L'importanza e il rilievo delle rappresentanze sociali e dei corpi intermedi supera la pur fondamentale dimensione dell'ambito delle relazioni del lavoro, perché riguarda anche la salute del tessuto democratico del nostro Paese. Rappresentanze sociali e corpi intermedi sono realtà in cui i cittadini si riconoscono; la loro emarginazione, la loro attenuazione di ruolo rende più fragile la società ed espone maggiormente i cittadini ad essere vulnerabili rispetto alle incertezze, insicurezze, paure che inducono alla chiusura in se stessi".

La presenza del Presidente ha un forte valore simbolico. Già Napolitano, prima di lui, aveva voluto presenziare a questo importante evento, che riunisce nel luogo dove si portano avanti le ricerche del professor Biagi, le più brillanti menti del settore.

Per la visita del Presidente già da giorni si è messa in moto la macchina della sicurezza.  

L'incontro con i parenti della strage di Monchio

"Tanti decenni passati non hanno cancellato il ricordo e il dolore della tragedia che si è vissuta, io spero di riuscire a venire nei vostri luoghi, che hanno visto allora questa strage efferata", così Mattarella ha salutato una delegazione di parenti delle vittime della strage nazista di Monchio, Costrignano, Susano e Savoniero, frazioni del comune di Palàgano nel Modenese.

Rivolgendosi al gruppo di parenti capeggiati dal sindaco di Palàgano, Fabio Braglia, il Capo dello Stato ha spiegato che "conservare la memoria è importante, non soltanto per i vostri ricordi familiari e affettivi ma anche per la nostra democrazia e per la civiltà d'Europa".

Quindi, ha argomentato ancora, "anche per questo sono felice di incontrarvi e vorrei esprimervi quanto la Repubblica vi sia vicina nel ricordo di una di queste, purtroppo, numerose stragi che hanno contrassegnato alcune regioni in quel periodo. È un ricordo da mantenere e trasmettere alle nuove generazioni perché si rendano conto di quello che si è sofferto e di quello che va evitato per il futuro".