
Sono intervenuti i carabinieri
Modena, 4 febbraio 2025 – Ancora truffe segnalate nella nostra provincia. Nei giorni scorsi un cittadino di Formigine ha denunciato su queste pagine il più profondo disappunto, dopo essere stato raggirato da ignoti che si sono finti operatori della banca. "Hanno chiamato dallo stesso numero con cui solitamente mi contatta la mia filiale" ha affermato, sottolineando come oggi i malviventi siano esperti nel clonare numeri di telefono. Evidentemente sono tanti, purtroppo, i modenesi caduti nella rete di esperti manipolatori. Infatti un’altra modenese mette in guardia i cittadini dopo essere finita nella trappola di balordi lo scorso mese: "Prima mi è arrivato un messaggio da quella che credevo essere la mia banca, che segnalava un movimento sospetto. Poi mi veniva segnalato un numero da contattare per disconoscere il pagamento – racconta –. Ho così chiamato questo numero e un finto operatore, in modo professionale, mi ha spiegato che si era verificato in filiale un maxi furto di dati degli utenti e che mi avrebbero chiamato i carabinieri. La telefonata è puntualmente arrivata: essendo sospettosa ho controllato nel frattempo quel numero – spiega ancora – ed effettivamente corrispondeva al comando principale dell’Arma. A quel punto il finto carabiniere mi ha manipolata affinché non mi fidassi della banca e mi recassi personalmente allo sportello per trasferire i miei fondi su un conto sicuro. Nel frattempo continuavano ad arrivare diversi sms dalla presunta banca che confermavano quanto mi veniva comunicato al telefono, ovvero che erano state avviate procedure per proteggere i miei fondi. Si trattava di quasi trentamila euro da trasferire con bonifico urgente, quindi non revocabile".
La donna si è quindi recata allo sportello per eseguire l’operazione indicata restando in contatto con il finto carabiniere.
Oltre al danno, la beffa. "Gli stessi malviventi al telefono mi hanno poi dato appuntamento in caserma nel pomeriggio, dove ho capito di essere stata truffata. Ho contattato subito la banca che mi ha informata che, presentando querela dei carabinieri, era possibile chiedere alla banca del destinatario di bloccare la somma trasferita. Il giorno seguente hanno effettuato la procedura ma il conto, con ogni probabilità appartenente ad una carta con iban, risultava già incapiente. Ho i sensi di colpa per essermi fatta raggirare – rimarca – a cui si aggiunge la delusione nel constatare che all’interno della filiale non vi è sufficiente materiale che allerti i clienti in merito a questa tipologia di truffa. Io ero in uno stato emotivo fragile e mi sono fatta prendere dal panico al primo messaggio. Non l’ho letto bene, c’erano errori grammaticali, ed il numero da chiamare era un cellulare".
"Forse – conclude –, l’unico momento in cui avrei potuto rimettere i piedi a terra, sarebbe stato in filiale, magari leggendo un avviso o venendo avvertita dagli sportellisti, vista la somma. Forse non vi è sufficiente formazione del personale: qualcuno avrebbe dovuto informarmi che nemmeno le forze dell’ordine possono chiedere di spostare i miei fondi per metterli al sicuro. Invece, ho così trasferito e perso il 95% dei miei risparmi con un movimento non revocabile".