Medici aggrediti, a Modena è boom

Da inizio anno sono quaranta gli episodi di violenze all’interno dei centri del dipartimento di salute mentale, diciassette solo a settembre

Fabrizio Starace, direttore dipartimento salute mentale Ausl

Fabrizio Starace, direttore dipartimento salute mentale Ausl

Modena, 4 dicembre 2019 - Quaranta casi di violenza fisica, verbale o verso cose da inizio anno. Sul totale complessivo delle segnalazioni provenienti dai servizi psichiatrici di diagnosi e cura dell’Ausl, vale a dire Modena e Carpi, si evince come le aggressioni fisiche rappresentino il 36%, quelle sia fisiche che verbali il 20%. Sono sempre di più i casi di professionisti aggrediti da pazienti ‘difficili’ nei centri del dipartimento di salute mentale della provincia con un picco, a settembre, di 17 episodi. Ma i sanitari spesso ‘subiscono’ anche all’esterno dei nosocomi in particolare nei casi di trattamenti sanitari obbligatori.

Proprio per cercare di risolvere la problematica da quest’anno l’Azienda Usl si è impegnata affinchè i dipendenti segnalino eventuali episodi di aggressione, fisica o verbale, a operatori o cose, seguendo le indicazioni Regionali in materia. Non solo: come ha spiegato Fabrizio Starace, direttore dipartimento salute mentale Ausl, grazie alla sensibilità del Procuratore capo Paolo Giovagnoli il mese scorso è stato chiesto e ottenuto un tavolo a cui si sono seduti tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine. Una riunione con carabinieri, polizia di Stato e municipale proprio al fine di fare il punto sulle modalità più efficaci per gestire le emergenze fuori e dentro l’ospedale.

Sarà a tal proposito redatto un documento per delineare le modalità di gestione dei casi più complessi come, ad esempio, i trattamenti sanitari obbligatori. Ma come mai tante aggressioni all’interno dei centri di salute mentale, a seguito dei quali, tra l’altro, nell’ultimo mese quattro professionisti sono rimasti feriti? A spiegarlo è lo stesso Starace: «Vi sono tre grandi classi di difficoltà con cui si trovano quotidianamente a confronto operatori e professionisti. Parliamo di autori di reati anche gravi che attendono il proprio turno per entrare nelle Rems. Poi ci sono pazienti con disturbi dello spettro autistico che, raggiunta la maggiore età e terminato il percorso nella neuropsichiatria infantile, manifestano comportamenti che risultano purtroppo ingestibili a livello domiciliare.

Infine, ed ecco i casi più complessi, ci sono i tanti giovani con doppia diagnosi: da una parte l’abuso di sostanze e dall’altra il disturbo psichiatrico. Situazione che si riscontra in un numero sempre maggiore di pazienti e che spesso sfocia in manifestazioni violente». Starace fa presente però come siano stati subito adottati provvedimenti: «Stiamo mantenendo standard importanti, che difficilmente si riscontrano nel resto d’Italia. Proprio a seguito delle criticità riscontrate, infatti, abbiamo chiesto e ottenuto dalla direzione il rinforzo della sorveglianza interna. Quindi guardie giurate che intervengono quando c’è una necessità imposta da comportamenti aggressivi. Inoltre in questi giorni è stato organizzato un concorso per la selezione di psichiatri e vi sono tanti partecipanti: entro fine anno riusciremo ad avere i primi operatori all’interno dei centri di salute mentale. Voglio però specificare – conclude – che tutti gli operatori e professionisti hanno reagito in modo ammirevole: non è stato facile il passaggio dalla gestione della vecchia psichiatria, che prevedeva sedazioni pesanti e contenzioni, al metodo attuale».