"Metano, prezzi troppo alti? Non si può generalizzare"

Franco Giberti: "Gli operatori convivono con una situazione impossibile"

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"Per quanto riguarda i prezzi alle stelle del metano, non si può generalizzare ma bisogna analizzare ogni singolo caso", puntualizza Faib Confesercenti. "Intanto è doveroso fare un distinguo tra chi è gestore e chi proprietario – spiega il presidente Franco Giberti – perché, già in questo caso i prezzi variano. I gestori hanno il prezzo imposto dalle compagnie e il prezzo varia a seconda di quelle che sono le indicazioni della compagnia mentre il proprietario, a differenza del gestore, deve riuscire a ricavare il prezzo finale del costo dell’erogazione del metano autonomamente che, ricordiamo, è composto da due fattori: materia prima più oneri di sistema ed energia elettrica più oneri di sistema. Il prezzo va successivamente poi trasformato in chili. Vanno poi aggiunte le variazioni contrattuali che, chi vende, applica alla stazione di servizio con depositi cauzionali e pagamento delle fatture non più a 30 ma a 15 giorni e conguaglio sulla media quotazione di mercato mensile. Pertanto ribadiamo che ogni situazione va puntualmente e temporalmente analizzata". Aumenti che però, spiega ancora Giberti, sono dovuti ai prezzi decisi dalla borsa di Amsterdam e che risentono anche dei rincari dell’energia elettrica: "Purtroppo le pompe di metano, come quelle di benzina e come tante imprese, stanno risentendo anche del caro energia che va inevitabilmente ad influire anche sul prezzo del metano alla pompa. Il settore del metano per autotrazione è costantemente messo a dura prova e i distributori, ad oggi, rischiano la chiusura totale. Nelle stazioni dove vengono forniti anche gli altri carburanti la situazione è meno grave, grazie all’afflusso continuo di automobilisti per diesel, benzina e Gpl. Quando il prezzo del metano al kg supera i 2,5 euro quel distributore può considerarsi virtualmente chiuso: si tratta della parte peggiore della crisi, fatta di cassa integrazione e licenziamenti. Per fare un esempio delle perdite subite, lo scorso settembre nel nostro impianto sono stati venduti 35 mila chili di metano, mentre la previsione di vendita di ottobre, stimata nei primi sei giorni del mese è di 11mila chili, ben il 67% in meno. Un dato che potrebbe vedere un ulteriore calo di vendite. Quando un imprenditore privato arriva alla conclusione che è meglio chiudere la propria azienda, vuol dire che non c’è nessuna prospettiva di recupero, la situazione è gravissima".