REDAZIONE MODENA

"Mia sorella in isolamento per un errore"

La storia di un 57enne positivo: "L’ho inserita per sbaglio tra i contatti stretti e non c’è stato modo di rettificare subito la comunicazione"

Covid, analisi di laboratorio

Un errore nel comunicare i contatti stretti all’Ausl e la distrazione che si trasforma in un incubo. Si è risolto ieri dopo tre giorni difficili, l’inghippo capitato al signor Gianluca Ferrari di Carpi. "Sono in quarantena da lunedi 13 dicembre quando ho scoperto la positività al Covid con tampone molecolare, senza sintomi se non raffreddore (ho la terza dose di vaccino...). Mi hanno fatto compilare il modulo contatti, ma ho fatto un errore nella procedura di inserimento dati. Certo è stata una mia svista, ma non c’ è la possibilità di correggere nell’immediato e un mio parente è stato in isolamento per sbaglio con tutti i disagi del caso", spiega il 57enne. "Non solo, ha fatto anche un tampone inutilmente".

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L’uomo ammette che nel panico da positività ha sbagliato la compilazione del modulo poi inoltrato per via telematica all’Ausl, ma trova assurdo che non ci sia la possibilità di rettifica immediata: "E’ impossibile compilare un nuovo modulo. Ho quindi telefonato al call center dell’Ausl e dopo vari tentativi per prendere la linea mi hanno risposto di inviare una mail all’indirizzo coronavirus@ausl.mo.it ma nessuno mi ha risposto". Solo ieri Ferrari ha ricevuto la chiamata di un incaricato che gli ha confermato di aver ricevuto la mail: "Mia sorella è stata ’liberata’ proprio domenica dopo tre giorni".

"Questo disagio ha costretto mia sorella a stare in casa e a non andare a lavorare, ha eseguito anche il tampone molecolare perché appunto risultava erroneamente un mio contatto stretto, con esito negativo". In pratica l’uomo l’ha indicata nel modulo come "residente convivente" anziché solo come "residente". La donna infatti ha la residenza a casa del fratello ma in realtà è domiciliata altrove. Insomma, non vivono insieme.

"Riconosco il mio errore, ma qui il problema è un altro, ovvero l’eccessiva robotizzazione del sistema. Possibile che non si riesca a parlare con qualcuno per risolvere in fretta un errore così banale? Non credo sia capitato solo a me, che tra l’altro con la tecnologia me la cavo. Ma chi non ha un indirizzo email? Chi non ha internet e casa, come fa? Pensiamo agli anziani soli... Ci siamo ridotti a essere schiavi di una burocrazia esagerata e che dipende interamente da algoritmi. Io mi sento isolato dal mondo non solo perché positivo, ma perché ridotto a un numero. Manca il rapporto umano, insomma, se fai un errore, in una condizione precaria, per risolverlo servono giorni e non è possibile rettificare subito i dati. Non possono passare tante ore e giorni per avere una risposta che il più delle volte mette in difficoltà altre persone".

"Mia sorella oggi potrà andare a lavorare, ma sono stati tre giorni duri, tra l’altro io ho ricevuto solo oggi (ieri, ndr) la lettera con la comunicazione dell’isolamento anche se il tampone l’ho fatto lunedì e il risultato è arrivato mercoledì. Inoltre non so ancora quando dovrò fare il prossimo tampone". Certo, in questi giorni, con l’aumento dei contagi il personale è oberato: dagli addetti ai tamponi al personale che fa il tracciamento, nessuno ha un minuto libero. Così come i centralinisti del call center si ritrovano a rispondere a centinaia di chiamate che si susseguono senza sosta. Proprio come nelle precedenti ’ondate’.