REDAZIONE MODENA

"Mio fratello un campione anche in famiglia"

Angela Ancelotti vive a Novi: "Quando Carlo viene a trovarci preparo i tortellini. Le sue partite? Non le guardo per scaramanzia"

Un uomo della nostra terra, che ha accumulato vittorie senza mai perdere l’umiltà e il contatto con la sua gente. Carlo Ancelotti, originario di Reggiolo, ha compiuto ieri 63 anni. E’ il primo allenatore della storia del calcio a vincere i cinque campionati più importanti d’Europa: Italia col Milan, Inghilterra col Chelsea, Francia col Psg, Germania col Bayern e Spagna con il Real Madrid. L’unico a vincere quattro coppe dei Campioni. A Novi continua a vivere la sorella maggiore, Angela, che traccia un affettuoso ritratto del fratello.

Cosa si prova ad avere un fratello così famoso?

"Un’enorme soddisfazione ed orgoglio, anche se mio fratello è sempre rimasto la stessa persona, senza mai montarsi la testa. Una persona perbene che dà tutto se stesso per la famiglia. Purtroppo, ci si vede poco ma lui è sempre presente".

Un compleanno e una festa importante…

"Oggi (ieri per chi legge, ndr), Carlo ha compiuto 63 anni e nello stesso giorno a Siviglia si è sposato suo figlio Davide. Sono andati là mio figlio con sua moglie e le mie nipoti. Però all’ora di pranzo abbiamo fatto una videochiamata con tutti i membri della famiglia, è stato emozionante come sempre".

Un uomo di successo: come lo festeggiate quando torna a casa?

"Con una bella mangiata (ride, ndr)! Gli preparo i tortellini in brodo, rigorosamente secondo la ricetta che era della nostra mamma e che poi lei ha trasmesso a me".

Riuscite a vedervi spesso?

"Io e mio marito ci muoviamo raramente, ma quando mio fratello torna in Italia viene qui a Novi e resta almeno due giorni. Cerchiamo di vederci sempre in forma molto riservata; ha bisogno di staccare e stare con la sua famiglia".

Qual è il vostro rapporto?

"Il rapporto tra un fratello e una sorella che si vogliono molto bene. Come ho detto, purtroppo non ci si vede spesso ma siamo sempre in contatto telefonico" Com’era Carlo da piccolo? "Un bambino tranquillo, nato con il pallone già in testa. Ha sempre giocato seguendo la passione che ha ereditato dal nostro papà. Passione che poi lui, a sua volta, ha trasmesso a tutta la sua famiglia: suo figlio Davide lavora con lui e anche il marito di sua figlia Katia, come nutrizionista. Vivono tutti insieme a Madrid. Carlo ha un’importante concezione della famiglia: fin da quando i bimbi erano piccoli quando lui si spostava si spostavano tutti in blocco, da Parigi a Napoli, a Bergamo".

E’ stato un anno particolare questo per suo fratello e per i suoi nipoti…

"È vero, un anno di soddisfazioni ma anche di dolori. Proprio un anno fa il 24 maggio è venuta a mancare Luisa la prima moglie di Carlo (dalla quale era separato, ndr): mio nipote Davide ha infatti dedicato la vittoria alla sua mamma".

Lei segue il calcio?

"Come potrei fare altrimenti? Mio padre era un grande appassionato e ha instradato mio fratello. Anche mio marito e mio figlio sono dei grandi appassionati".

Guarda le partite di suo fratello?

"No mai, per scaramanzia. Le guarda mio marito poi mi dice come è andata".

Maria Silvia Cabri