Mostra Gratia Plena, aperta un’indagine. Ma la procura chiede subito l’archiviazione

Carpi, l’avvocato Minutillo annuncia: "Faremo opposizione, motivazioni surreali". Nel registro spunta anche il nome del vescovo

Mostra Gratia Plena, aperta un’indagine. Ma la procura chiede subito l’archiviazione

Mostra Gratia Plena, aperta un’indagine. Ma la procura chiede subito l’archiviazione

"Si tratta di opere riconducibili all’attività di un artista, Saltini, frutto di una propria elaborazione che, condivisibile o meno, risulta libera manifestazione del pensiero, peraltro, suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore delle opere e non già espressione di un gratuito disprezzo verso la confessione religiosa (invero, risultando anche possibile come il significato attribuito sia difforme da quello offensivo, come percepito dagli esponenti)". È con queste motivazioni che la procura ha chiesto nei giorni scorsi l’archiviazione del fascicolo aperto per offese ad una confessione religiosa e generato dall’esposto presentato contro la mostra ‘Gratia Plena’, di Andrea Saltini da parte di numerosi fedeli di Forlì, Ravenna e Bologna rappresentati dall’avvocato forlivese Francesco Minutillo. La mostra, è noto, era stata allestita nella sede del museo diocesano di Carpi. Iscritti nel fascicolo l’arcivescovo Erio Castellucci, l’artista Saltini e i curatori della mostra, don Carlo Bellini e Cristina Muccioli. Secondo il pm Giuseppe Amara, infatti, la notizia di reato si ritiene del tutto infondata non risultando integrata l’oggettività dell’ipotizzata fattispecie. "In materia religiosa, la critica è lecita quando – sulla base di dati o di rilievi già in precedenza raccolti o enunciati – si traduca nella espressione motivata e consapevole di un apprezzamento diverso e talora antitetico, risultante da una indagine condotta, con serenità di metodo, da persona fornita delle necessarie attitudini e di adeguata preparazione" scrive il pm. Ricevuta la notifica della richiesta di archiviazione, l’avvocato Minutillo annuncia subito ricorso: "Ci opporremo con fermezza alla richiesta della Procura, che ci appare priva di motivazioni adeguate ed anzi giuridicamente inconsistenti e perfino surreali nella parte in cui citano un caso trattato dalla Cassazione nel quale veniva proprio condannato un artista per aver manifestato disprezzo verso la religione cattolica disconoscendo alla istituzione alle sue essenziali componenti (dogmi e riti) le ragioni di valore e di pregio ad essa riconosciute dalla comunità e divenendo una mera offesa fine a se stessa" afferma. "Qui non c’entra nulla la libertà di pensiero e spiegheremo al Gip il punto fondamentale, che la Procura ha completamente omesso, ovvero che siamo di fronte ad un quadro che raffigura un’immagine vergognosa di Cristo e, di più, che tale immagine è stata collocata all’interno di una chiesa. È tutto l’insieme della condotta e delle circostanze, attuate non dal solo dall’artista ma anche dagli esponenti della Curia, che devono essere valutate ai fini di comprendere la consistenza dell’ipotesi di reato proposta".