Movimento 5 stelle dentro o fuori? Nel centrosinistra scoppia la lite

Muzzarelli: "Crisi provocata dai populisti". Trande: "Errore escluderli, in questi anni hanno intercettato la rabbia"

Movimento 5 stelle, dentro o fuori alla coalizione alle prossime elezioni? Il destino dei pentastellati fa già litigare il centrosinistra. Anche a Modena. Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli per esempio nella sua riflessione addita "il populismo contro l’interesse del Paese, contro l’interesse di famiglie e imprese", bolla la crisi di governo come "assurda e irresponsabile, nata dall’avventurismo di forze politiche alla ricerca affannosa di bloccare il crollo nei loro consensi che emergeva dai sondaggi". Una fibrillazione politica che impedirà tra gli altri "il provvedimento che sarebbe stato in programma per i primi di agosto per attenuare l’impatto su cittadini e imprese dell’aumento dei costi dell’energia e poi per rafforzare il potere d’acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione di fronte a un’inflazione che colpisce soprattutto i più fragili". Ma ci sono anche i progetti, prosegue il primo cittadino, "per ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dai salari più bassi, il rinnovo dei contratti collettivi, il salario minimo (tema in discussione a livello europeo), i miglioramenti del reddito di cittadinanza indispensabili contro la povertà, per favorire che ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro". Ora però, è la conclusione, "tutto ciò lascia il posto a una campagna elettorale voluta dal populismo e dell’irresponsabilità di alcune forze politiche che hanno preferito il salto nel buio".

Muzzarelli si riferisce alla Lega, a Fratelli d’Italia, ma anche al Movimento 5 stelle che ha innescato la crisi. Difficile dunque, così stando le cose, dopo queste parole, pensare a un’alleanza, sia per le politiche di settembre, ma anche in prospettiva per le amministrative del 2024. Nel centrosinistra però non tutti vogliono chiudere i ponti col Movimento 5 stelle, anzi. Il segretario provinciale di Articolo Uno Modena Paolo Trande per esempio mette in guardia il Pd: "Non fare l’alleanza con il Conte e il M5S è un errore politico e strategico grave (non solo aritmetico, che pure non è trascurabile). Non si tratta di fare l’alleanza con un movimento ma di riprendere il dialogo, una intelocuzione e una prospettiva unitaria con una realtà che in questi anni di smottamento della sinistra ha intercettato, su una ’agenda sociale’ (RdC, salario minimo legale, precariato), la forte rabbia anti-sistema, dei poveri, dei ceti meno abbienti, degli ’esclusi’ e l’ha istituzionalizzata". Trande precisa di non aver condiviso la scelta del M5S di mercoledì, "penso abbiano fatto bene a proporre i nove punti, in larga parte condivisibili, ma di fatto hanno creato un varco in cui si è inserita una destra (destra non centrodestra) che voleva andare a elezioni: Salvini non poteva reggere ulteriormente al governo, con la Meloni che lo stava ’svuotando’ e FI, che non è mai stato un partito liberale e moderato, è stata sopraffatto dalla Lega. La motivazione di Letta: ’Il M5S ha fatto cadere il governo e quindi nessuna alleanza’ è insostenibile e autolesionista".

Se non si vuole "spianare la strada alla destra va costruita una Alleanza progressista, democratica ed ecologista a partire dall’asse della Sinistra democratica (PdArticolo unoDemos), dal M5S e da Energie Nuove (Verdi e SI). Da lì bisogna partire o consegneremo il paese in mano alla peggiore destra sovranista d’Europa".

g.a.