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Museo al deportato, da 50 anni monito per la pace

Oggi cerimonia con Gentiloni per celebrare l’anniversario. Castagnetti (Fondazione Fossoli): "La memoria non deve andare persa"

Museo al deportato, da 50 anni monito per la pace

Carpi dedica oggi una giornata alla ‘Cura della memoria’ e alla celebrazione di un importante anniversario: i 50 anni dalla fondazione del Museo Monumento al Deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti, progettato dallo studio BBPR. La cerimonia inizierà alle 10 al Cortile delle Stele per una visita guidata al Museo Monumento, per poi proseguire con un incontro alle 11.30 nella Sala dei Mori di Palazzo dei Pio, cui parteciperanno il commissario europeo Paolo Gentiloni, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’architetto Anna Steiner, figlia di Albe e Lica, gli artisti che curarono la selezione dei reperti e l’allestimento del Museo. Insieme a loro, il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e il presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti. "Il Museo Monumento – commenta Castagnetti – rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura memoriale in Europa. Non è un caso che lo si volle qui a Carpi, a pochi chilometri dalla campagna di Fossoli, in cui fu allestito il Campo di concentramento e transito dal quale passarono, tra gli altri, anche Primo Levi e Nedo Fiano con i suoi familiari. Il campo è divenuto parte della storia dell’Europa e, nella sua funzione pedagogica, deve continuare a parlare al mondo contemporaneo perché nulla della memoria vada perso". "Celebrare questo cinquantesimo – prosegue il presidente – significa accendere i riflettori su quanto questo Museo vuole trasmetterci: una testimonianza e una riflessione sulla violenza e l’orrore di cui l’uomo è capace, ma anche la possibilità del riscatto e, soprattutto, la consapevolezza della necessità di operare per costruire pace e democrazia, artefatti fragili, che necessitano di manutenzione e vigilanza continue. Guardandoci intorno oggi, dall’Ucraina ai territori tormentati di Israele e Palestina, fino al continente Africano, comprendiamo quanto vi sia drammaticamente bisogno di meditare profondamente sul monito cui le frasi, i dipinti e le stele del Museo Monumento ci richiamano". "Mai come in questi giorni, con un mondo tormentato e due guerre alle porte dell’Europa – aggiunge il primo cittadino – dobbiamo essere grati a quegli amministratori del Comune di Carpi, in primis al sindaco Onorio Campedelli, che mezzo secolo fa ebbero l’intuizione di realizzare il nostro ‘Museo Monumento al Deportato’, imperitura testimonianza degli orrori compiuti dal nazi-fascismo: anche se il ‘Mai più!’ che sottintende purtroppo resta ancora disatteso, il valore di quell’idea e della sua realizzazione sono una delle pagine più belle della storia cittadina".

Il Museo Monumento (piazza Martiri-Palazzo Pio) mostra in tredici sale il dramma della deportazione

r.m.