di Stefano Marchetti
C’è la passione, c’è la nostalgia. C’è l’amore. La canzone napoletana classica è come un grande affresco di sentimenti e di emozioni: Luciano Pavarotti ha saputo portarlo nel mondo, accompagnarlo con la sua voce e la sua anima. Ed è per questo che – in un ideale volo fra la Ghirlandina e il Vesuvio – l’omaggio al tenorissimo, ieri sera al teatro Comunale nel 16° anniversario della scomparsa, è stato proprio intessuto della magia di queste canzoni meravigliose che sfidano il tempo e ci invitano a sognare. Eduardo De Crescenzo, interprete sincero, intenso e profondo, ce le ha regalate in una versione elegante ed essenziale, quasi riportandole alle loro origini, insieme al pianoforte di Julian Oliver Mazzariello.
La serata è stata promossa dalla Fondazione Pavarotti, insieme al Comune e alla Fondazione di Modena, nell’ambito del progetto "Modena Città del Belcanto". "È bello essere qui, nel suo teatro, dove Luciano ha espresso la bellezza del suo canto – ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, introducendo il concerto a fianco di Nicoletta Mantovani, vedova del tenorissimo, e al maestro Aldo Sisillo, direttore del teatro –. Penso che da qualche parte lui stia ancora cantando, Luciano è ancora protagonista. Il suo canto vola nel tempo. E nel suo nome noi vogliamo continuare a garantire quell’armonia che Luciano ci ha donato". "Per chi ha amato Luciano, sedici anni sono soltanto un numero perché credo che Luciano sia ancora con noi, attraverso la voce, il suo esempio, la gioia di vivere che trovava proprio nella canzone napoletana. Non c’era concerto in cui non ci fossero almeno due o tre brani di questo repertorio", ha aggiunto Nicoletta che ha voluto dedicare la serata ad Alessandra Pederzoli, la moglie del sindaco scomparsa a fine giugno: "Era sempre seduta lì, con il suo sorriso e il suo entusiasmo – ha sottolineato –. Con il suo impegno ci ha insegnato che dobbiamo godere ogni istante della nostra vita. Ci manca tanto". In sala varie autorità cittadine e personalità della cultura: Nicoletta ha accolto gli ospiti della serata insieme alla figlia Alice, elegantissima e sempre solare.
Introdotto dal giornalista Federico Vacalebre, il concerto è stato come un viaggio fra venti incantevoli perle, dalla "Fenesta vascia", con quel cuore ardente come una candela, fino alla "Luna rossa" che "mme parla ‘e te e io lle domando si aspiette a me" . E in mezzo la "Luna nova" con la sua fascia "d’argento fino" e quella che spunta a "Marechiare", la dolcezza di "’A vucchella", la struggente "Serenata napulitana", il ricordo di "Santa Lucia lontana". E due capolavori che hanno visto entrare in scena anche i giovani, talentuosissimi cantanti selezionati dalla Fondazione Pavarotti, entrambi allievi di Raina Kabaivanska: il soprano Iolanda Massimo ha duettato con De Crescenzo nell’iconica "I’ te vurria vasà", mentre il tenore Giuseppe Infantino ci ha condotti sulle ali di un’altra dedica d’amore, la celeberrima "Te voglio bene assaje". Sono brani entrati ormai nella storia e nella cultura del nostro Paese, un patrimonio che – come ha ricordato Eduardo De Crescenzo – "sono un inno alla vita, all’arte come ricerca della bellezza e come spinta all’evoluzione dei sentimenti umani". Il pubblico che ieri sera gremiva il teatro Comunale li ha accolti con affettuoso calore e con applausi scroscianti. Un grande, meritato successo.
Uscendo dal teatro, nella "bell’aria fresca" di una notte di fine estate, continuavamo a pensare a lui, al Maestro Pavarotti, che anche grazie a queste canzoni ha ‘raccontato’ l’Italia in ogni angolo della Terra. Di sicuro anche ieri sera le ha cantate insieme a tutti noi che lo sentiamo ancora qui. E gli vogliamo bene assaje.