"Odissea nell’alluvione, ma trapianto salvato"

La rocambolesca consegna a Maastricht di un lembo di cellule staminali corneali partito dalla città nei giorni del disastro in Nord Europa

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di Alberto Greco

Mentre in Germania, Belgio e Olanda le popolazioni combattevano contro la devastazione dalla terribile alluvione dei giorni scorsi e si faceva il computo di morti e dispersi, c’era chi si prodigava per la vita e restituire speranza a qualcuno molto lontano che aspettava un trapianto di cornea. Protagonisti Holostem Terapie Avanzate, spin-off dell’università di Modena e Reggio Emilia con sede presso il Centro di Medicina Rigenerativa ’Stefano Ferrari’, la ditta per trasporti Duimex, incaricata per questo delicato tipo di consegne, e la polizia stradale tedesca. Dall’altra parte a Maastricht, la città che ha ospitato nel 1992 la firma del Trattati sull’Unione Europea, un paziente adulto attendeva nell’ospedale cittadino un trapianto per il quale si confidava sull’arrivo di un lembo di cellule staminali corneali, partito nella notte da Modena, il giorno stesso della tragedia. Non era la prima volta che Holostem era chiamato ad effettuare un trasporto a distanza per restituire la vista a qualcuno. Ormai la consuetudine dal 2015, da quando i trapianti di lembi corneali coltivati in vitro sono stati autorizzati come farmaci dalle autorità internazionali ed europee e ben sette paesi stranieri hanno deciso di avvalersi della affidabilità dei prodotti staminali modenesi, è ormai routine per i nostri ricercatori, che con i loro studi, iniziati negli anni ‘90, hanno reso possibile cose fino a poco tempo fa impensabili per la scienza e la medicina. Era la mattina del 16 luglio e Marco Dieci, amministratore delegato di Holostem, veniva raggiunto da una telefonata verso mezzogiorno dei due colleghi di Holostem, che la sera prima avevano raggiunto Maastricht per assistere in sala operatoria i medici olandesi incaricati dell’intervento.

Nella loro voce la preoccupazione per la sorte del trasporto bloccato a Miel, villaggio agricolo nel comune di Swisttal a sedici chilometri da Bonn sul fiume Reno. "L’autostrada – secondo il racconto che mi hanno fatto i colleghi dice Marco Dieci – aveva una voragine davanti per cui l’avevano chiusa e dietro l’acqua stava salendo. Il furgone si trovava nel mezzo, impedito a proseguire e giungere in tempo per la consegna". La situazione si andava dunque complicando. Un normale trasporto rischiava di trasformarsi in una terribile situazione per il conducente del furgone e in una inutile attesa per il paziente che vedeva svanire la speranza di ritrovare la vista. "Le forze dell’ordine fortunatamente – prosegue il suo racconto Dieci – hanno compreso il problema e la polizia stradale ha scortato il furgoncino contromano sull’autostrada per condurlo fuori dalla arteria bloccata e potere proseguire il suo tragitto aggirando il pezzo franato. Poi senza navigatore, senza telefono, privo di qualsiasi collegamento internet, Gaetano, il conducente del furgone, non si è perso d’animo e ha attraversato tutti i paesi allagati chiedendo alle forze dell’ordine di ogni comune indicazioni per raggiungere l’ospedale di Maastricht. In maniera piuttosto rocambolesca è riuscito ad arrivare e consegnare il suo prezioso carico". Quella stessa giornata i medici dell’ospedale olandese hanno effettuato l’intervento e, grazie a quella che è diventata una esemplare gara di solidarietà, hanno potuto restituire la vista e chi da tempo ne era privo.