"Papà non è mai stato violento con noi Siamo distrutte, vicine a nostro fratello"

Una delle figlie del 69enne: "Perché nonostante i tanti interventi dei carabinieri nessuno ha fatto nulla?"

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Nella grande casa di Riolo c’è solo disperazione. La prima moglie e le tre figlie di Salvatore Montefusco stanno cercando di mettere insieme i pezzi di una tragedia che ha travolto come un treno anche loro. I nipoti adolescenti si abbracciano sotto il portico a fianco del paddock per i cavalli, i volti come pietre e gli occhi lucidi. Soltanto una delle figlie, quella di mezzo, riesce a trovare la forza di parlare. "Nostro padre non è un mostro – esordisce – non è mai stato un violento, non so cosa sia successo, non so cosa abbia annebbiato la sua mente, ha fatto una cosa tremenda, imperdonabile, ha annientato due vite ma ha distrutto anche la sua, la nostra e quella di suo figlio". La donna racconta di come il padre fosse ancora presente e generoso, di come fosse un nonno amorevole con i nipoti nonostante si fosse creato una nuova famiglia. Racconta anche di come si fosse confidato con loro, parlando delle difficoltà che stava incontrando con Gabriela e con la figlia Renata e dell’imminente separazione. "Lui ha fatto tutto per noi ma non ha fatto mancare nulla nemmeno a loro, era ancora innamorato di Gabriela – continua la donna – ha sempre pagato tutto, poi da oltre un anno la situazione si era fatta sempre più difficile. C’era di mezzo la casa. L’aveva costruita lui, amava quella casa ed era preoccupato per il suo ragazzo, voleva che non avesse difficoltà in futuro. Noi gli dicevamo di lasciare perdere, di lasciare la casa e di ricominciare, ma lo vedevamo sempre più addolorato, capivamo che la situazione era sempre più tesa ma mai avremmo pensato potesse succedere quello che è accaduto. Eravamo preoccupate anche per lui – prosegue la donna – perché hanno sbagliato tutti, i problemi erano da entrambe le parti e anche nostro padre aveva sporto denuncia per episodi veramente spiacevoli avvenuti in casa, nulla può giustificare il suo gesto terribile ma noi avevamo paura anche per lui, per la situazione che stava vivendo. Perché nessuno ha fatto nulla? Nessuno ha capito che era una situazione da osservare soprattutto dopo tanti interventi dei carabinieri?".

La donna si asciuga le lacrime da dietro il cancello. "Non so come potremmo continuare a vivere qui, temiamo di essere additate dalla gente come le figlie dell’assassino e assassino purtroppo lo è, e questa cosa ci devasta. Il nostro cuore ora è soprattutto per il nostro fratello che ha solo diciassette anni e ora non ha più la madre e la sorella e non ha più neanche un padre. Noi apriamo il nostro cuore e la nostra casa a lui se lui lo vorrà. E’ nostro fratello e anche lui è una vittima di questo dramma immenso".

Emanuela Zanasi