GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Pd, Lenzini candidato unico. Tutti i nodi del futuro segretario e quel timore che cresca troppo

Ufficializzato il suo nome come il solo giocatore in campo per la città. Passo indietro di Forghieri. Dovrà dimostrarsi indipendente da Muzzarelli e disinnescare l’ostilità di chi lo ritiene molto ambizioso.

Il capogruppo in Consiglio e segretario cittadino in pectore del Partito democratico Diego Lenzini

Il capogruppo in Consiglio e segretario cittadino in pectore del Partito democratico Diego Lenzini

Diego Lenzini è ufficialmente il candidato unico a segretario cittadino del Partito Democratico. Martedì è scaduto il termine ultimo e quello dell’attuale capogruppo dei Dem in Consiglio è il solo nome in campo. Passo indietro dunque di Marco Forghieri.

Lenzini ha dalla sua gran parte del partito a Modena: Federica Venturelli, Fabio Poggi, Giulio Guerzoni, Maria Costi, Fabio Braglia e non ultimo l’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli. L’attuale consigliere regionale è uno dei motivi per cui Mezzetti avrebbe preferito un altro nome: il timore è che l’ex sindaco possa interferire ancora di più in qualità di uno dei principali sostenitori di Lenzini con le future scelte per la città. A cominciare da quelle che riguardano l’urbanistica, tema su cui si erano consumate di recente le frizioni più gravi tra partito e giunta. Ma dimostrare di non essere la longa manus di nessuno non è il solo nodo che Lenzini dovrà sciogliere.

La sua missione è diventare davvero il segretario di tutti, provando a includere anche i detrattori. La candidatura unica di Lenzini non è paragonale a quella di Stefano Reggianini al provinciale. Reggianini ha assunto il ruolo in quanto espressione di una sintesi politica tra le diverse componenti. Lenzini invece è riuscito a ’imporsi’ come candidato unico attraverso una forza numerica che a Modena oggettivamente possiede e della quale i suoi avversari, che pure hanno provato a indebolirlo puntando su Forghieri, non possono che prendere atto.

Restano però gli strascichi. La tonnara degli 8 candidati sindaco non è stata ancora riassorbita e c’è chi a Lenzini gliel’ha giurata (a lui e alla segretaria ancora per pochi giorni Federica Venturelli), considerandolo colpevole di mancato accordo e di aver aperto poi la strada a Massimo Mezzetti.

Inoltre, ed è il terzo problema, c’è chi comincia a mal sopportare questa sovraesposizione dell’attuale capogruppo, che rischia di mettere in ombra altri. Ora, la proiezione non è tanto sulle candidatura a sindaco nel 2029, visto che Mezzetti non ha ancora sciolto la riserva sull’eventuale secondo mandato. Il primo collo di bottiglia sono le candidature per il Parlamento, previste per il 2027, se non nel 2026 qualora Giorgia Meloni decidesse di capitalizzare il consenso marginalizzando la Lega. Modena, viene ripetuto spesso nel partito, ha già pagato un prezzo alto con la candidatura di Aboubakar Soumahoro. Sarà difficile immaginare l’ennesima schiera di paracadutati. Il sacrificio del 2022 dovrà essere ricompensato attraverso una maggiore autonomia da Roma rispetto alla scelta dei candidati. Stefano Bonaccini evoca le Parlamentarie. Modena dunque sarà verosimilmente più incisivo di prima nelle scelte, e chi ha in mano le redini del partito può assumere un ruolo centrale nello smistamento dell’intenso traffico di aspiranti deputati e senatori che si prospetta.