Povertà, 700 famiglie aiutate dalla Caritas

Il bilancio 2019 di Porta Aperta: "Stranieri in difficoltà in maggioranza (54%), meno italiani si rivolgono a noi: incide il reddito di citadinanza"

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La povertà: un fenomeno sempre più diffuso e spesso taciuto. Una povertà non solo materiale, ma anche esistenziale. Sono i dati stessi a parlare come emerge dal ‘Rapporto dei progetti e delle attività 2019’, redatto da Caritas diocesana, Porta Aperta di Carpi e Mirandola, e Recuperandia.

Sono 700 le famiglie aiutate dalle Caritas parrocchiali, con generi di prima necessità distribuiti settimanalmente, con il pagamento di bollette e sostegno all’affitto, e delle spese sanitarie. Al fine della realizzazione dei progetti, legati soprattutto al mondo del lavoro e dell’alloggiocasa, la Caritas diocesana si avvale dei finanziamenti provenienti dai fondi 8xmille destinati alla carità. "Il ‘Rapporto’ è stato pubblicato in ritardo a causa dell’emergenza Covid 19 – spiega Angela Manfredi, presidente Porta Aperta Carpi – ma abbiamo egualmente voluto divulgare una sintesi delle attività messe in campo nel 2019, finalizzate al contrasto delle situazioni di povertà". Alessandro Gibertoni, responsabile Centro di ascolto Porta Aperta Carpi, scende nello specifico: "Nel corso del 2019 il Centro ha incontrato 478 famiglie, in 199 giorni di apertura, circa 80 in meno rispetto al 2018. Le famiglie straniere sono ancora la maggioranza (54%). Probabilmente la diminuzione, che riguarda maggiormente le famiglie italiane, deriva dall’introduzione, a partire dalla primavera 2019, del Reddito di Cittadinanza (o pensione), che ha sollevato le famiglie da alcune voci di spesa. Meno tangibili i risultati legati al reperimento di un’occupazione. Si registra un innalzamento dell’età media di coloro che si rivolgono al Centro e che vivono da sole. Si abbassa la percentuale dei nuovi arrivi, scesa sotto il 20%: ciò testimonia la ‘cronicizzazione della povertà’ per tanti nuclei e un prolungato rallentamento del processo migratorio nel nostro territorio".

"Abbiamo attivato per 411 nuclei (1.169 persone) il programma alimentare. Il progetto ‘Carpi non Spreca’, in collaborazione con l’Unione Terre d’Argine e la Caritas diocesana, ha dato risultati confortanti, sia per i quantitativi raccolti (190q), sia per l’opera costante di sensibilizzazione". Il focus sull’indebitamento ha consentito di monitorare le morosità in capo alle famiglie su tre voci di spesa, come illustra Valentina Pepe, responsabile area progettazione Porta Aperta Carpi: "Rate di mutuo o canoni di affitto; utenze domestiche; debiti contratti con finanziarie, istituti di credito e relative cessioni di 15. Nel 2019 sono stati attivati due progetti rivolti ai temi della casa e del lavoro: ‘Non solo una casa per ripartire’ e ‘Volontariato per il lavoro’".

Recuperandia, Centro di Educazione al Recupero e Riuso, ha confermato sostanzialmente i numeri raggiunti negli ultimi anni: ogni settimana oltre 600 persone si rivolgono al Centro, di cui il 36% straniere. "Recuperandia - spiega il responsabile Massimo Melegari - consente a chi si trova in stato di necessità di accedere i beni a prezzi sicuramente vantaggiosi. Inoltre, nel tempo è diventato una proposta riguardo alle tematiche ambientali della sostenibilità, senza dimenticare l’obiettivo primario: portare avanti i progetti di sostegno al disagio economico delle famiglie e dei singoli che si rivolgono al Centro di ascolto".

Maria Silvia Cabri