Processo a Giovanardi, sarà la consulta a decidere

Accolta la richiesta del tribunale di Modena in merito al conflitto di poteri: il Senato, infatti, aveva giudicato ’insindacabili’ le dichiarazioni del politico

Processo a Giovanardi,  sarà la consulta a decidere

Processo a Giovanardi, sarà la consulta a decidere

Nei prossimi mesi la Corte costituzionale deciderà se l’ex parlamentare Carlo Giovanardi dovrà essere processato o meno nell’ambito del maxi processo ’White list’. Infatti la consulta ha dato il via libera alla valutazione nel merito, dichiarando ammissibile il conflitto tra poteri dello Stato sollevato dal tribunale di Modena nei confronti del Senato. La posizione dell’ex parlamentare modenese nel procedimento che si è chiuso per gli altri imputati ad aprile è rimasta ‘congelata’: il Senato, un anno fa aveva dichiarato insindacabili le dichiarazioni di Giovanardi, indagato per presunte pressioni che avrebbe fatto alla Prefettura affinchè riammettesse due imprese nella White List per i lavori della ricostruzione post sisma. Secondo il Senato, in sostanza, Giovanardi nel merito della vicenda aveva espresso opinioni nell’esercizio delle funzioni di parlamentare e la difesa del politico aveva chiesto per il proprio assistito il proscioglimento. I giudici di Modena, accogliendo la richiesta della procura, avevano però sollevato il conflitto, che ha avuto appunto il via libera della consulta. Un passaggio tecnico che permette ora alla Corte costituzionale di decidere nel merito e stabilire quindi se Giovanardi debba essere o meno processato. "Si tratta di una questione meramente tecnica: in sostanza ora la Corte costituzionale potrà esprimersi su questa vicenda e sono felice che un organo come la consulta possa stabilire se l’Italia è ancora un paese democratico, in cui un parlamentare è libero di esprimere le proprie idee, o se si va verso un regime in cui un parlamentare può finire sotto processo per aver espresso in Senato prima e pubblicamente poi le sue opinioni – afferma Giovanardi – La Corte costituzionale in sostanza potrà confermare quanto deciso dal Senato, secondo il quale la mia attività rientra nell’ambito di opinioni espresse da un parlamentare, quindi non sindacabili, o ritenere fondata la tesi del Gip di Bologna, che ha sostenuto che le opinioni non sono sindacabili solo se sono vere. Ricordo che in questa surreale vicenda – sottolinea Giovanardi – nessuno mi addebita di aver preso un solo centesimo da imprenditori a mio parere rovinati da interdittive sbagliate o di aver avuto rapporti con i cutresi che stanno tra Modena e Reggio Emilia e ricordo anche che, salvo Ventura, a processo tutti sono stati assolti perchè il castello accusatorio è precipitato. Il senatore Gasparri ha presentato l’ennesima interrogazione, già presentate nelle precedenti legislature – conclude l’ex parlamentare – per sapere perchè una banda di ex finanzieri toscani, un uomo e una donna, venissero a Modena per spillare decine di migliaia di euro sia a Baraldi che ad altri imprenditori spacciandosi per agenti dei servizi segreti, pur non essendolo. Questi signori millantavano di poter far togliere l’interdittiva agli imprenditori dietro compenso. Nel 2014 andai a denunciare i fatti in procura ma su questa situazione non ho ancora avuto risposte. Solleciterò il nuovo Governo a fornire spiegazioni. Questi signori erano gli stessi che hanno svolto lo stesso tipo di indagini sul padre della Boschi. Vicende torbide su cui vorrei risposte".

Il processo si è chiuso con una condanna a dieci mesi con sospensione della pena per violazione del segreto d’ufficio per l’ex vice prefetto Mario Ventura; 1 anno e 6 mesi ad Alessandro Bianchini e al padre Augusto, accusati di concorso nella rivelazione di segreti d’ufficio, 16 mesi invece al funzionario De Stavola per lo stesso reato. Nel motivare la sentenza i giudici, per quanto riguarda Ventura fanno presente come la contestazione mossa all’imputato sia quella di aver tentato di venire a conoscenza, abusando delle sue qualità di funzionario della Prefettura, dell’esistenza di un’indagine a carico del senatore Giovanardi, chiedendo notizie coperte da segreto istruttorio ad un ufficiale dei carabinieri.

Valentina Reggiani