«Psicosi, anche le badanti fanno dietrofront»

Segnalati diversi casi dalle agenzie: «Succede anche il contrario: le famiglie non vogliono lavoratrici che arrivino dalla Lombardia»

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Badanti in fuga dal pericolo Coronavirus, famiglie che a loro volta rifiutano l’assistenza di coloro che provengono dalla Lombardia o dal Veneto. In mezzo le agenzie e gli sportelli dedicati che devono fare un doppio lavoro per cercare di fornire i propri servizi.

«A Modena abbiamo dovuto affrontare una decina di questi casi – spiega Alberto Gallas, presidente dell’omonima agenzia di badanti con filiali in tutta Italia – ci sono state badanti che hanno rifiutato di fornire assistenza ospedaliera ad alcuni malati per paura del Coronavirus e, viceversa, delle famiglie che non accettato di ricevere delle badanti provenienti dalla Lombardia».

Una situazione che però, stando alle valutazioni di Alberto Gallas, non è, al momento, ancora emergenziale.

«Diciamo che non c’è un fuggi fuggi generale e fino a quando i numeri saranno contenuti all’interno della decina, abbiamo le risorse per fare fronte senza grossi problemi. Come agenzia di lavoro – spiega – noi ci occupiamo esclusivamente di selezionare il personale, sta poi a chi stipula il rapporto di lavoro avere cura di tutte quelle accortezze affinchè l’assistenza possa avvenire nel migliore dei modi».

Le complicazioni non sono però solo ‘interne’, ma riguardano anche le badanti che vorrebbero tornare, magari anche solo per un breve periodo, nel proprio paese d’origine. «Effettivamente mi è stato segnalato un caso di una badante polacca per cui non è stato possibile rientrare in patria – spiega Franco Saracino, responsabile Caf Cisl Emilia Centrale che a Modena ha istituito un apposito sportello per colf e badanti – Certo non è una situazione semplice da gestire anche perché è talmente recente che, in molti casi, ancora non si sa con precisione come muoversi. Per quanto ci riguarda però non possiamo ancora parlare di emergenza». Il problema però affiora giorno dopo giorno e non è da sottovalutare, consci del fatto che i casi più critici di Coronavirus coinvolgono proprio quei pazienti più avanti con l’età che spesso hanno bisogno di assistenza domiciliare e ospedaliera. Sul lungo periodo infatti la forbice numerica rischia di allargarsi notevolmente, producendo diverse complicazioni.