Quando Spelta frenò la corsa dei calabresi

Nel 1971 l’attaccante canarino segnò il gol partita contro i giallorossi allenati da Gianni Seghedoni

Quando Spelta frenò la corsa dei calabresi

Quando Spelta frenò la corsa dei calabresi

Modena e Catanzaro. Due squadre che si affronteranno venerdì al Braglia, ma che, tanti anni fa, sono state due tappe fondamentali di un centravanti che ha lasciato un segno indelebile, sia all’ombra della Ghirlandina che in terra calabrese. Stiamo parlando di Alberto Spelta, la punta lodigiana che approdò al Modena nell’estate 1970, che per le sue movenze e il suo caracollare in campo con il pallone tra i piedi veniva paragonato al brasiliano Jair. Un soprannome impegnativo, che i modenesi, visto che era stato acquistato dal Mantova, trasformarono già dai giorni del ritiro in ‘Rigoletto’, per quel suo incedere un po’ curvo e dinoccolato quando aveva il pallone tra i piedi. Spelta, al di là dei soprannomi, è stato uno di quei calciatori che alle nostre latitudini non hanno avuto bisogno di una militanza lunghissima per entrare nell’immaginario collettivo. In canarino infatti rimase una sola stagione, in quel Modena 1970/71 che, sotto la sapiente guida di Leandro Remondini, per una parte di campionato aveva anche in qualche modo autorizzato qualche recondito sogno di gloria. In quell’anno però in A andò il Catanzaro, che aveva in panchina il modenesissimo Gianni Seghedoni. Una squadra, quella giallorossa, protagonista di un grande torneo, ma che il 2 maggio 1971 dovete cedere l’intera posta ai canarini in un Braglia gremito: un bolide del terzino gialloblu Simonini non venne trattenuto da Pozzani, e ci pensò l’istinto rapace di Spelta a mettere in rete un tap in vincente nella porta sotto la curva piscina.

Un episodio che evidentemente rimase impresso alla dirigenza giallorossa, che nell’estate successiva, per il primo storico campionato dei calabresi nella massima serie, volle fortemente proprio Spelta al centro dell’attacco. E il centravanti originario di Lodi firmò proprio in Calabria la parte più bella della sua carriera, rimanendo poi al Catanzaro per cinque stagioni collezionando 133 presenze. Ma anche a Modena Alberto Spelta, oggi 81enne, non è stato mai dimenticato. Un solo campionato in canarino, è vero, ma bastò per fare innamorare la gente: 37 partite e 15 reti (tra cui il famoso rigore contro la Reggina che fece cadere un’imbattibilità di oltre mille minuti del portiere amaranto Iacoboni) e soprattutto il titolo di capocannoniere dei cadetti, a braccetto con il comasco Magistrelli. E così, come accadrà anni dopo per altre due punte di razza come Bucchi e Babacar, bastò il tempo di una sola ‘temporada’ per entrare nella hall of fame dei cuori gialloblu.

Alessandro Bedoni