Rai al buio, le associazioni: "Ora i rimborsi"

Proteste diffuse per i problemi di ricezione dopo il passaggio all’alta definizione. Federconsumatori: "C’è chi ha cambiato l’antenna"

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di Paolo Tomassone

Il passaggio dei canali tv all’alta definizione doveva essere una passeggiata, almeno così l’avevano pubblicizzato sulle reti pubbliche. Invece, a distanza di oltre un mese dallo switch-off, migliaia di modenesi continuano a denunciare problemi di ricezione del segnale digitale. L’acquisto di una nuova televisione, l’intervento dell’antennista o l’installazione di un amplificatore non sono sufficienti per risolvere il problema: in tante case da Modena a Sassuolo, da Carpi a Maranello, da Castelnuovo Rangone a Serramazzoni cercando i canali Rai continua ad apparire lo schermo nero. Ed è proprio alla Rai che tutte le associazioni dei consumatori della provincia hanno deciso di rivolgersi per trovare, in tempi rapidi, una soluzione. "Chiediamo un incontro a Rai Way perché ci dica quanto tempo sarà necessario per la risoluzione di questo problema che sta creando enormi disagi sul territorio – spiega Simona Baldaccini di Federconsumatori –. Vorremmo inoltre capire se verranno riconosciuti degli indennizzi". Come ha recentemente riferito Corecom, la Rai a causa di questi disguidi ha già pagato di suo una perdita del 20% di ascolti in Emilia-Romagna. "È salato anche il conto di chi si vede addebitare in bolletta la rata del canone Rai ma non può usufruire del servizio", ricorda Liviana Cassanelli di Adoc. Dall’incontro con i dirigenti dell’azienda le associazioni auspicano informazioni chiare. "C’è stata una grave mancanza di trasparenza su un disservizio da parte delle televisione pubblica che denunciamo da parecchio tempo – aggiunge Gerardo Bianchi di Confconsumatori –. Questa carenza di informazioni ha avuto ricadute non soltanto sui cittadini, ma anche sui professionisti e gli artigiani che sono dovuti intervenire. In mancanza di notizie certe, in tanti casi si è dovuto procedere a tentativi e questo a spese dei consumatori finali". C’è chi ha rottamato la vecchia tv e chi ha acquistato un nuovo decoder, ma interi condomini hanno dovuto rivolgersi agli antennisti, sborsando cifre dai 200 ai 700 euro. "Se avessimo saputo prima quanto poteva accadere avremmo potuto fare accordi con le associazioni di categoria per avere delle tariffe certe per questo tipo di interventi a garanzia dei cittadini – dice Marzio Govoni di Federconsumatori –. Ci sono persone che hanno dovuto sborsare anche 600 euro per cambiare l’antenna e scoprire successivamente che i canali Rai non erano comunque visibili". Questo ‘incidente’ ha messo in evidenza ancora di più il ‘divario digitale’ tra determinate fasce della popolazione nell’accesso alle nuove tecnologie: "sfido chiunque a leggere i manuali che circolano sui siti dedicati – continua Cassanelli –; anche i nativi digitali sono molto arrabbiati". A partire dalle risposte che arriveranno durante l’incontro con Rai Way le associazioni di categoria valuteranno se mettere in campo altre azioni. "Devono prevedere un rimborso del canone", spiega Debora Ferrari di Udicon. "Per nove mesi hanno fatto pubblicità invitando i cittadini a comprare il decoder, adesso ci dicano chiaramente come intendono rispondere a chi per tempo si è adeguato ma continua a non vedere i canali Rai" conclude Chiara Cangini di Adiconsum.