Rebetiko, la Grecia che balla la libertà

Per la ressegna "Dentro le Note" nel ridotto del Comunale lo spettacolo sulla musica ellenica e i suoi significati.

Rebetiko, la Grecia che balla la libertà

Rebetiko, la Grecia che balla la libertà

Nel rebetiko c’è la malinconia per una terra lontana, c’è nostalgia, c’è ribellione. Il rebetiko è l’espressione dell’identità greca, una musica e un ballo che dal 2017 l’Unesco ha incluso nel patrimonio immateriale dell’umanità. Proprio al rebetiko sarà dedicato il primo appuntamento di "Dentro le note" che il teatro Comunale Pavarotti Freni organizza (in parallelo al festival "L’Altro Suono") in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro Stranieri del Comune. Oggi alle 17.30 nel ridotto del Comunale (via Goldoni 1, ingresso libero), la storia e il significato del rebetiko verranno approfonditi grazie agli Akronimos, gruppo musicale residente nella nostra città, con Panagiotis Sideris (buzuki, canto, voce narrante), Massimo Termanini (baglamas), Stefano Rubbiani (chitarra), Domenico Cazzato (baglamas), Dafne Sideris (canto, voce narrante), Cansu Kapar (violino), Iassonas Liveris (danza), Yesim Hatapkapulu (voce narrante), Dimitris Thetakis (taverniere), e il gruppo di danza etnica Natalia Ginzburg di Vignola con la regia di Carlo Stanzani. Sarà possibile visitare la mostra "Fragile" con le opere di Yesim Hatapkapulu. Il rebetiko è una musica nata dalla Katastrofi, ovvero dal conflitto fra Grecia e Turchia che nel 1922, dopo il trattato di Losanna, costrinse oltre un milione di ellenofoni cristiani (nati a Smirne o a Istanbul) a lasciare la Turchia per trasferirsi in Ellade, e in parallelo portò mezzo milione di turcofoni musulmani che erano cresciuti a Creta o Salonicco a spostarsi in Anatolia. Fu una catastrofe umanitaria: "Quella dei greci di Smirne – viene spiegato – è la storia di un popolo rinnegato due volte: in Turchia in quanto greci e in Grecia perché considerati turchi. Il rebetiko è nato appunto dalle viscere di chi sente senza luogo, ne esprime tutta l’amarezza, il disorientamento e la ribellione".

s. m.