«Renata non c’è più, siamo sotto choc»

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L’HANNO saputo ieri mattina presto dal Carlino che il giorno prima era stato ritrovato il corpo senza vita della loro titolare in una scarpata, di fianco alla sua auto. «Abbiamo aperto il giornale – hanno spiegato ieri le dipendenti della vittima, visibilmente commosse – e siamo rimaste choccate. Una notizia così, all’improvviso, dopo tutte le ricerche e gli appelli ripresi anche da ‘Chi l’ha visto?’...». Ma tra le ragazze della ‘Casa del Gnocco Fritto’, chi dietro il bancone chi in cucina, ieri non c’era tanta voglia di parlare della tragedia. Sono bastate poche frasi, però, per intuire che rapporto ci fosse tra Renata Vecchiato – 62enne di Castelnuovo, vedova e madre di un figlio – e le sue dipendenti. Una fra tutte: «Per noi era molto più di una titolare, era una persona splendida».

Indizi che fanno anche capire perché, dal giorno in cui Renata è scomparsa nel nulla, il suo bar-ristorante di via Bellaria a Modena sia rimasto comunque aperto. Gestito dalle ‘sue’ ragazze come se lei fosse ancora lì. «Non riuscivamo a capire cosa le fosse successo – ha aggiunto una di loro –: il 2 agosto è uscita da qui, ha detto che sarebbe tornata più tardi e non si è più vista. Noi siamo andate avanti in queste settimane sperando che tornasse, ma col passare dei giorni è ovvio che si inizi a pensare al peggio. Ora non sappiamo cosa ci accadrà: Renata qui era l’unica titolare. Vedremo...». Manca ancora la conferma del dna sull’identità del corpo martoriato dagli animali, trovato da due cacciatori domenica mattina tra Riccò e Puianello insieme alla Suzuki XS4 intestata alla donna. Dubbi, però, ce ne sono davvero pochi. Così come sulla dinamica dell’incidente: l’auto sarebbe uscita di strada in una curva molto stretta, finendo in un dirupo. In un punto in cui la vegetazione ne impediva la vista.

Valerio Gagliardelli