"Restate a casa, alla musica ci penso io"

Nek e i concerti sui social: "E’ un modo per passarsi il tempo. Chi ha visto la guerra dice che sembra di essere tornati a quei giorni"

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Filippo Neviani, Nek per le classifiche musicali in tutto il mondo, è stato uno dei cantanti più attivi in questi giorni di emergenza: attivo sui social con brevi concerti e videomessaggi nei quali invitava tutti a restare a casa e seguire le indicazioni delle autorità mediche.

Nek, anche lei resta a casa, a Sassuolo. Come sono cambiate le sue routine?

"Considerando che sono una persona iperattiva, parecchio. Il mio lavoro mi porta a incontrare gente, io amo la mia casa, ma non so stare fermo. E invece adesso abbiamo dovuto reinventare tutto, come chiunque del resto. Mi rendo conto di essere un privilegiato, ho anche il giardino, quindi non mi lamento. Il mio amico Fabio Fazio vive in un appartamento, grande, ma pur sempre limitato. Al massimo può uscire sul balcone per salutare Malika che vive vicino".

Una moglie e due figlie, una grande e una piccola: la convivenza è dura?

"No, ogni tanto c’è qualche tensione in più rispetto a prima, ma cerchiamo di organizzarci bene gli spazi e i tempi. Cerco di fare quello che facevo in palestra con tapis roulant e trx, provo a tenermi in forma. Facciamo i turni a fare ginnastica, mia moglie cucina, io poi ho il grande sfogo della musica a disposizione. Passo più tempo nel mio studio, questo momento è anche fonte di ispirazione. E prego di più"

Ha visto le immagini del Papa solo in piazza San Pietro?

"Ho seguito con molta attenzione, e non l’ho fatto solo io. La suggestione di quelle immagini ha colpito anche tante persone che conosco e che hanno sempre negato di aver bisogno di Dio. E invece anche loro stavolta si sono dovuti fermare a riflettere. L’emozione è figlia anche del momento, ma Francesco ha dato una benedizione unica nella storia e l’indulgenza plenaria è qualcosa che va oltre la fede".

Lei ha postato uno dei primi messaggi richiamando l’attenzione alla protezione degli anziani.

"In realtà il discorso vale per tutti. Questa situazione mi riporta alla memoria i racconti che mi faceva mio padre, e in questi giorni anche mia suocera ci ha detto la stessa cosa: è come quando erano in guerra, ma senza la guerra. Allora dovevano nascondersi nei fossi perché passava Pippo, il bombardiere. Adesso bisogna stare chiusi in casa per il coronavirus".

E c’è ancora la sua differenza, per fortuna.

"Oggi ho visto che proprio gli anziani hanno meno paura di uscire, forse perché avendo visto la guerra, questa cosa li spaventa meno. Dovremmo sempre avere l’umiltà di ricordare che c’è chi ha passato di peggio, eppure non molla. Quando mi viene voglia di lamentarmi di qualcosa, mi fermo".

Sua figlia Beatrice ha nove anni. Come le avete spiegato quello che sta succedendo?

"Semplicemente rispondendo alle sue domande con la verità. Lei guarda i notiziari con noi, ci chiede come mai muoiono tante persone e quando potrà tornare a incontrare di persona la sua amica Allegra, che ora vede solo in videotelefonata".

Un paio di volte si è vista anche nei suoi concerti su Instagram.

"Può darsi che nei prossimi appuntamenti la coinvolga di più, vedremo. Io non sono come Jovanotti che riesce ad intrattenere per ore, ma cerco di fare la mia parte per tenere compagnia a chi mi segue, per dare un po’ di svago".

Come sceglie le scalette per questi concerti così diversi?

"E’ una cosa che sta nascendo giorno dopo giorno, all’inizio ho scelto il massimo della semplicità perché così si arriva prima alla gente, mi sono solo dovuto comprare su amazon un reggitelefono, non ce l’avevo. Ho preso parte a un festival organizzato per il pubblico spagnolo, per tre giorni di fila diversi artisti hanno cantato dalle 15 a mezzanotte. Ce la siamo passata".

Scriverà una canzone su questo momento?

"Non lo so, per il momento l’ispirazione riguarda più la parte musicale. E non so se quando ne usciremo, perché ne usciremo, ma la medicina ha dei tempi fisiologici, avremo voglia che una canzone ci ricordi di questi momenti"

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