
Sassuolo, contro l’Empoli sarà in gioco la stagione
Eccolo, il momento delle partite importanti: quelle che delineeranno il futuro del Sassuolo di qui a inizio aprile, quella che deciderà probabilmente il domani di Alessio Dionisi già sabato, perché quella con l’Empoli sì, la si può chiamare finale, perché ciò che arriverà dopo sarà altro, quasi un diverso campionato. Contro la squadra di Davide Nicola, considerando la recente carestia di punti dei neroverdi e a prescindere dalle attenuanti generiche e specifiche (parlare degli assenti sarà pure un alibi, ma a certi livelli la presenza di Berardi è oro), il Sassuolo non può accontentarsi di un punto, perché qualsiasi risultato diverso dalla vittoria aprirebbe il processo e la relativa sentenza. Arriveranno poi, mercoledì 28, il recupero con il Napoli, quindi la trasferta di Verona e la sfida casalinga al Frosinone. Udinese e Salernitana saranno poi gli avversari dopo il break esterno contro la Roma, e si tratta di scontri diretti. Da quando Dionisi è al Sassuolo, la squadra non si è sostanzialmente mai trovata nella condizione di dover giocare una partita il cui peso specifico possa essere paragonabile a quello che avrà la gara con l’Empoli, eppure è stata capace di risollevarsi, a volte anche in maniera inaspettata, chiudendo periodi critici che non sembravano vedere una soluzione.
La scorsa stagione, dopo un inizio eccellente, una serie di otto partite senza vittorie – solo due punti tra la dodicesima e la diciannovesima giornata – aveva visto dimezzarsi il distacco dalla terzultima (comunque di cinque punti), quando la prospettiva era un ko scontato contro il Milan, il Sassuolo andò a vincere a San Siro per 5-2, poi batté anche l’Atalanta, in due gare dalle quali era difficile attendersi il bottino pieno. In qualche modo è ciò che è accaduto anche all’inizio di questa annata, quando i tre punti in quattro gare, figli della sola vittoria contro il Verona in mezzo a tre sconfitte anche piuttosto brutte (con Atalanta, Napoli e Frosinone, quest’ultima soprattutto), era lo specchio di un Sassuolo che faticava parecchio. Ebbene, a stretto giro sarebbero arrivate le sfide contro la Juventus a Reggio Emilia e con l’Inter a Milano, e sappiamo tutti come sono finite, con un epocale 4-2 con i bianconeri e con l’unica sconfitta dei nerazzurri in campionato. In sé, però, non si tratta necessariamente di precedenti favorevoli, perché in tutti i casi un aspetto è particolarmente significativo: il Sassuolo, quando doveva rinascere ed è riuscito nell’intento, l’ha fatto contro squadre di prima fascia, mentre ora deve necessariamente farlo contro formazioni di minore caratura, magari meno forti dei neroverdi sulla carta, ma tradizionalmente più ostiche per il gioco di Dionisi e dei suoi. Consapevole della propria situazione, oggi il Sassuolo deve colpire alla sua altezza: è atterrando i giganti che si diventa celebri, ma è battendo i pari grado che ci si salva.
Lorenzo Longhi