
Marco Malavolti dell’agenza investigativa Sheridan
Modena, 27 agosto 2015 - «Sassuolo e Formigine sono i paesi con più iscritti dopo Modena? Non mi sorprende: solitamente sono fantasie che riguardano persone con redditi medio-alti». Ha suscitato clamore la rivelazione del Carlino che sul sito canadese Ashley, violato da un gruppo hacker, sono iscritti quasi 7mila modenesi. In particolare se a Modena i potenziali fedifraghi sono circa 3.500, a Sassuolo e Formigine se ne contano rispettivamente 340 e 204. Un dato che fa riflettere l’investigatore privato Marco Malavolti, titolare dell’agenzia Sheridan.
Malavolti, la sorprendono questi numeri?
«Un po’ sì, sono molto alti. Diciamo che l’avvento dei social network costituisce una sorta di incentivo a questi incontri, che possono però essere anche solo virtuali. Non è detto che chi è iscritto a questo network abbia necessariamente consumato il tradimento. Può trattarsi di persone sentimentalmente o sessualmente frustrate che semplicemente sognano relazioni alternative».
Ovviamente i social network contribuiscono ad alimentare fantasie extraconiugali.
«La crisi della famiglia viene da lontano, dagli anni ‘70. Diciamo che i social network possono facilitare questi incontri o anche solo, ripeto, l’idea di un incontro alternativo. Ma dall’altro lato i social network e le nuove tecnologie hanno agevolato anche le opportunità del coniuge ‘vittima’ di scoprire il tradimento».
In che senso?
«Sono diventati degli indicatori. I nostri clienti prima ci dicevano che sospettavano del marito o della moglie in base a strani orari di rientro, uscite inusuali, profumi. Oggi invece ci dicono: ‘Mio marito non si stacca dal suo telefonino, se lo porta anche in bagno’ oppure ‘quando pensa di non essere visto’ scrive e riceve messaggi in continuazione».
E’ casuale che al primo posto in provincia ci siano Sassuolo e Formigine, che assieme a Maranello e Fiorano, raggiungono un numero ragguardevoli di iscritti rispetto agli altri?
«In base alle statistiche in nostro possesso, i tradimenti o i tentativi di contatto extraconiugale (così come la fruizione del porno) sono generalmente trasversali, ma vi è una prevalenza che riguarda le classi più agiate. In questo senso il distretto ceramico, nonostante la crisi economica, conserva ancora un reddito pro capite molto alto. Chi ha meno risorse, non per virtù, difficilmente si orienta su avventure extraconiugali, perché magari ha altri problemi, oppure più semplicemente teme le conseguenze ‘sanguinolente’ di una separazione coniugale».
Può incidere il fatto che in provincia ci siano meno occasioni di incontri pubblici rispetto ai grandi centri urbani?
«No, da questo punto di vista non ci sono grandi differenze: il contatto reale e diretto con l’amante è complicato ovunque. Tutt’al più può esserci la convinzione in chi vive in provincia che nei capoluoghi si viva meglio e sia abbiano più opportunità e questo li spinge a colmare questa presunta mancanza puntando su strade ‘trasgressive’ come l’iscrizione a un social network di questo tipo».
La pubblicazione di questi nomi che ricadute legali può avere rispetto a eventuali separazioni?
«E’ chiaro che avrà ripercussioni sulla stabilità delle coppie, ma non credo possano avere una valenza legale. Sicuramente questi casi potranno alimentare nuova giurisprudenza nelle conseguenze delle separazioni come le richieste di addebito o di affidamento dei figli. La presenza su un social network però non basta per dimostrare un tradimento: per accertarlo occorrono prove concrete e il nostro lavoro si concentra ormai proprio sulla ricerca di prove documentali».