Sassuolo, un pari inutile per salutare la A. Squadre poco motivate, destini già segnati

Neroverdi retrocessi, Lazio già in Europa. Passano in vantaggio i biancocelesti con Zaccagni su punizione, pareggia Viti

Sassuolo, un pari inutile per salutare la A. Squadre poco motivate, destini già segnati

Sassuolo, un pari inutile per salutare la A. Squadre poco motivate, destini già segnati

Il Sassuolo saluta la serie A incastrando un pareggio in quel di Roma. Cornice grandi firme, quella dell’Olimpico gremito, dentro la quale i neroverdi sono la comparsa che serve, e la festa la guasta solo in parte. Altro era il Sassuolo guastafeste, altro hanno a cui pensare la Lazio e il pubblico biancoceleste – il passo d’addio di Luis Alberto, ad esempio, ma non solo – che non a battere un Sassuolo in campo per onor di firma, e già retrocesso, che strappa un pari e con il pari saluta, dopo 11 stagioni, la serie A in coda ad una gara che i neroverdi non hanno nemmeno giocato male. Resta il dubbio di come sarebbe finita se la Lazio avesse avuto bisogno di vincere, ma siccome sulla croce rossa non si spara, stiamo al punto numero 30 della stagione neroverde e lo registriamo come tale, non senza evidenziare che così pochi punti, in A, il Sassuolo non li aveva mai fatti. Pazienza…

La premessa, d’obbligo, dice che la gara non serve a nessuno. Il Sassuolo il suo destino, amarissimo, se lo è già inflitto, quello europeo della Lazio è scritto con lo stesso, indelebile, inchiostro. Cosa chiedere, allora, a due squadre che i tecnici disegnano guardando un futuro che chissà quale sarà? Il nulla che si è visto. Tudor arrangia una possibile Lazio 2.0 in Kamada e Castellanos (Luis Alberto e Felipe Anderson, che entra nella ripresa, non ci saranno, nei biancocelesti di domani), Ballardini non rinuncia al ‘suo’ Sassuolo più di lotta che di governo che tuttavia ha lottato poco e governato pochissimo. Regalando proscenio, come da proposito della vigilia, a chi ha avuto meno minuti. Mulattieri. Missori, il redivivo Viti, che segna pure, Obiang e Volpato seguono il ‘funerale’ neroverde accompagnandolo ad un passo d’addio che vale poco per la Lazio – comunque vicino al gol nel primo tempo, con Hysaj e Kamada – e nulla per il Sassuolo.

Unica buona idea di un Sassuolo arretrato e poco propositivo in un cross di Doig in avvio, poi tutto scorre dentro un match che la Lazio fa, il Sassuolo accarezza e basta. Nel primo tempo, perché nel secondo, mentre la Lazio ‘culla’ la festa a Sven Goran Erikkson, il Sassuolo fa quanto deve. Poco nella metà campo altrui, ci mancherebbe, ma ci mette buona applicazione nella sua: non basta, perché alla Lazio è sufficiente una punizione per passare. Zaccagni ok, Cragno ko, la sintesi, cui il Sassuolo, però, si ribella. Punizione di Thortsvetd, Viti fa 1-1 e riconsegna la gara alla ricerca di un padrone. La Lazio prova a vincerla, il Sassuolo a non perderla: c’è Cragno su Immobile, poi il nulla. Finisce 1-1, il Sassuolo saluta con un pari inutile una stagione no di cui anche questo pari, tardivo, è paradigma.

Stefano Fogliani