Bologna, operato il bimbo dei genitori no vax

Eseguito con successo l’intervento al Sant’Orsola. La famiglia non voleva venisse utilizzato sangue di vaccinati

Una foto di un intervento chirurgico, di repertorio e non riferita ai fatti dell'articolo

Una foto di un intervento chirurgico, di repertorio e non riferita ai fatti dell'articolo

Bologna, 18 febbraio 2022 - Si è chiusa martedì all’ospedale Sant’Orsola di Bologna la vicenda, diventata di dominio nazionale, del bambino di due anni, cardiopatico, i cui genitori chiedevano che venisse operato utilizzando esclusivamente sangue di persone no vax per le trasfusioni. Il minorenne è stato infatti sottoposto all’intervento chirurgico legato proprio alla cardiopatia. La richiesta dei genitori, che risiedono nella nostra provincia, aveva portato ad uno scontro legale: il giudice civile ha emesso un’ordinanza con la quale ha indicato che l’intervento venisse eseguito, senza la distinzione tra i donatori del sangue, vax o no vax dunque. Martedì l’operazione è stata compiuta dalla Cardiochirurgia pediatrica, guidata da Gaetano Gargiulo, del Policlinico Sant’Orsola. Per eseguire l’intervento, alla madre e al padre del bambino era stata temporaneamente sospesa la potestà genitoriale.

Abbiamo raccolto in merito il commento della pediatra Elisabetta Scalera, che ha speso queste parole in merito all’intervento chirurgico: "Come pediatra e cardiologo affermo che – dice Scalera – la salute del bambino viene prima di tutto e soprattutto prima di qualsiasi ideologia. Evidentemente c’erano indicazioni per operare ed è stato giusto procedere. Se i medici non potevamo attendere c’erano problemi legati probabilmente ad uno scompenso cardiaco. La salute del bambino viene prima di qualsiasi atteggiamento ideologico del genitore. Se hanno deciso di operarlo con una certa urgenza vuol dire che non era procrastinabile e c’era il pericolo di vita del bambino. Ci sono periodi critici nei quali l’intervento è obbligatorio: ogni tipo di patologia e scompenso cardiaco ha il suo periodo critico. In ogni malformazione congenita esiste un momento critico che rende l’intervento non procrastinabile. Il momento dipende dalla malformazione e dalle situazione clinica".

Il momento in cui si decide l’intervento di cardio chirurgia, aggiunge sempre la pediatra Scalera "ha un’indicazione chirurgica precisa e se il chirurgo ha deciso di operare è perchè non poteva essere rimandato. Lo Stato deve garantire la priorità della salute del bambino che non deve essere anteposto. Stesso problema c’è per i bimbi che hanno genitori che si oppongono alle trasfusioni, come i testimoni di Geova. Il trattamento sanitario deve essere assolutamente garantito nel momento che gli salva la vita: l’ideologia del genitore viene dopo. Il vaccino viene metabolizzato e vengono anche prodotti gli anticorpi: il vaccino, tra l’altro, non passa nel sangue. La proteina che viene iniettata viene distrutta all’interno della cellula: non c’è una base scientifica per cui dire che il sangue dei donatori può essere pericoloso o che può trasmettere il Covid. il Covid si trasmette per via aerea e non ematica. Cisono tanti tipi di vaccini anche contro il Covid, ma il vaccino ad Rna messaggero viene elaborato all’interno dei ribosomi e non passa nel sangue. La proteina Spike prodotta dalle cellule fuoriesce dalle stesse e poiché viene riconosciuta come estranea induce da parte del sistema immunitario la produzione di anticorpi e i linfociti di memoria. Questa è scienza".