
Screening oncologici a Modena
Modena, 6 maggio 2022 - Ogni anno centinaia di modenesi, potenzialmente a rischio, si salvano perché dedicano pochi minuti del proprio tempo a una semplice visita in ospedale. I numeri li ha raccolti l’Ausl che nel 2021 ha inviato 230mila lettere alla cittadinanza per aderire agli screening oncologici. L’adesione a questi test è abbastanza alta, ma non ancora totale. Per questo l’azienda ha deciso di lanciare un appello e attivando un nuovo numero verde 800 300 315. L’anno scorso su 88mila mammografie eseguite, sono stati diagnosticati circa 600 tumori, la maggior parte dei quali in stato precocissimo, trattabili in maniera minimamente invasiva con guarigione della paziente.
Grazie allo screening al collo dell’utero a cui hanno aderito circa 35mila donne sono stati individuati 20 tumori e 370 lesioni pre-tumorali che sarebbero potute evolvere verso forme più gravi se non fossero state trattate in tempo. Le percentuali non cambiano per le malattie del colon retto: in 16 anni circa tremila donne e uomini che hanno eseguito uno screening sono riusciti a curare in tempo un cancro; in 7.600 persone, circa il 20% di chi si è sottoposto un controllo, sono stati individuati e asportati polipi (adenomi avanzati) che si sarebbero potuti trasformare in forme tumorali.
Mentre negli ospedali si corre per cercare di recuperare le visite specialistiche sospese durante il picco dell’emergenza Coronavirus, per screening oncologici si è già ripristinata la normalità e ad oggi non si registrano ritardi, come conferma la referente provinciale, Pasqualina Esposito.
Per questo l’azienda sanitaria moltiplica i canali attraverso i quali i cittadini possono accedere a questi fondamentali meccanismi di prevenzione. Oltre al numero verde è stata attivata la mail screeningoncologici@ausl.mo.it e la pagina dedicata al sito www.ausl.mo.it/screening dove è possibile fissare o spostare appuntamenti, richiedere lo storico personale degli screening o chiedere altre informazioni.
"La continuità con cui anche durante l’emergenza Covid il servizio screening mammografico ha garantito l’erogazione di prestazioni – ricorda il responsabile Pietro Torricelli – costituisca per le donne della provincia un motivo di forte rassicurazione. Questo è il più accurato strumento di prevenzione secondaria del tumore della mammella e la diagnosi precoce, in fase pre-clinica, consente di pianificare una terapia chirurgica radicale e spesso conservativa che garantisce elevatissimi tassi di guarigione".
Aderire a questi programmi di prevenzione è un "fondamentale investimento sulla propria vita" come ricorda Paolo Trande, responsabile provinciale dello screening del colon retto, perché accetta di aderire a "programmi costantemente verificati". Infatti le donne e gli uomini dai 50 ai 69 anni che ricevono l’invito a fare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e aderiscono in caso di positività alla tappa successiva della colonscopia "hanno un rischio di morire di cancro del colon retto del 60% inferiore e del 30% inferiore circa rispetto a chi non aderisce allo screening. Dal 2005, anno di introduzione dello screening – aggiunge Trande – la mortalità e la incidenza del cancro del colon retto sono diminuite di più del 30% della popolazione generale".
Il test del collo dell’utero, invece, consente di "identificare precocemente lesioni displastiche del collo uterino secondarie ad infezione da virus Papilloma – spiega la responsabile del servizio Francesca Tortolani Vincent – e, quando necessario, di trattarle prima che queste possano evolvere in lesioni maligne. Gli eventuali esami di approfondimento o i trattamenti sono offerti alle utenti gratuitamente e sono gestiti e organizzati all’interno del programma di screening in un percorso sicuro dove la donna viene accompagnata e seguita da personale competente e qualificato".