"Scure sull’aceto Balsamico: servono fondi"

Il Consorzio di tutela: "Brusca franata dopo gli ottimi risultati del 2019 e dei primi mesi del 2020. Ora occorre reagire"

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Anche sul comparto dell’aceto Balsamico di Modena Igp è arrivata " la scure delle pandemia"

"Come buona parte del settore agroalimentare – spiega il direttore del consorzio Federico Desimoni – anche noi abbiamo avuto molti problemi. Le vendite rimaste costanti della distribuzione hanno sostenuto l’andamento generale del settore, ma un importante segmento del mercato legato alla ristorazione ha subito un blocco totale in tutto il mondo con conseguenze molto pesanti per un elevato numero di aziende".

A livello di distribuzione organizzata, nonostante i consumi reggano, diminuisce l’incidenza dei prodotti premium e anche la proiezione dei dati dei prossimi mesi è molto incerta perché fortemente legata alle tempistiche della ripresa del segmento del consumo fuori casa.

A giocare un ruolo imprescindibile nelle buone prestazioni dell’Aceto Balsamico di Modena nel 2019 e nel primo trimestre 2020, come sempre sono state le esportazioni in oltre 120 Paesi di tutto il mondo, in particolare Stati Uniti, Germania, Francia ma anche i mercati del Far East, con Giappone e Corea del Sud in testa. "In attesa della fine dell’emergenza, il settore chiede interventi legislativi e provvedimenti di natura generale come contributi per il sostegno dell’ammasso privato, lo strumento del pegno rotativo per facilitare l’accesso al credito bancario e l’investimento di fondi importanti per un progetto di rilancio e promozione.

"In questo contesto il Consorzio – spiega il presidente Mariangela Grosoli - individualmente e in collaborazione con altri consorzi di tutela ha avanzato richieste ad istituzioni nazionali, regionali e provinciali perché vengano quanto prima predisposti strumenti economici e finanziari a sostengo del settore e specificamente delle aziende che versano in stato di crisi. Per i propri soci – continua – il Consorzio sta studiando la possibilità di sostegni diretti, la predisposizione di strumenti per facilitare l’implementazione dell’e-commerce, piani specifici di promozione e, in prospettiva, sta pianificando strategie di rilancio del turismo e della vendita diretta in azienda. A di là dell’aspetto economico che avrà risvolti anche importanti sul settore – conclude – la crisi all’interno di esso potrà essere vista come occasione per analizzarne i punti di forza e le criticità, al fine di ritrovare lo spirito consortile e la capacità di tornare ad esprimere valori collettivi e territoriali, ma pure dare dimostrazione della solidità delle aziende". Nel frattempo, il prodotto che non viene commercializzato rimane a maturare nelle botti. E a tal proposito, per il settore, "un sostegno economico da riconoscere a chi decide di prolungare la fase di affinamento e invecchiamento del prodotto sarebbe di grande utilità", sottolinea Grosoli. "Tutte le aziende sono iscritte al sistema di certificazione e non avrebbero alcun problema a fornire dati precisi e certificati, che attestino il prolungamento di tale periodo oltre i minimi previsti dal disciplinare"