GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Segreteria Pd, la sfida. Lenzini sotto la lente. Pesa il doppio incarico . Ipotesi Maletti mediatrice

Contro il capogruppo sarà sollevato il nodo dei troppi ruoli in caso di elezione. Reggianini per ora ci sta. Ma se l’accordo salta, cresce la suggestione Sabattini. In città, oltre a De Lillo e Forghieri, sale la candidatura di Stefano Manicardi. .

Contro il capogruppo sarà sollevato il nodo dei troppi ruoli in caso di elezione. Reggianini per ora ci sta. Ma se l’accordo salta, cresce la suggestione Sabattini. In città, oltre a De Lillo e Forghieri, sale la candidatura di Stefano Manicardi. .

Contro il capogruppo sarà sollevato il nodo dei troppi ruoli in caso di elezione. Reggianini per ora ci sta. Ma se l’accordo salta, cresce la suggestione Sabattini. In città, oltre a De Lillo e Forghieri, sale la candidatura di Stefano Manicardi. .

L’accordo su Stefano Reggianini (foto al centro) segretario provinciale del Pd è sufficientemente solido per reggere una spallata di Modena a favore di Diego Lenzini (foto in alto) segretario cittadino? L’interrogativo attraversa il partito dopo l’indiscrezione pubblicata ieri sulla carica a testa bassa del Pd cittadino a sostegno del capogruppo in Consiglio. Ieri si diceva che il nome di Reggianini è talmente apprezzato da entrambe le fazioni – i bonacciniani e i muzzarelliani – che il suo destino non dipende più, come si pensava fino a qualche settimana fa, da come si comporta Modena. Inizialmente – suggerito dai bonacciniani Stefano Vaccari, Davide Baruffi, Massimo Mezzetti – lo schema era: noi in provincia rinunciamo a una figura di riferimento (tipo Massimo Paradisi) e vi proponiamo una personalità di garanzia, il ‘Mattarella’ di turno, cioè Reggianini. In cambio però anche voi in città vi orientate su una personalità meno divisiva rispetto a Lenzini, a capo di un gruppo consiliare piuttosto freddo, per usare un eufemismo, con l’amministrazione Mezzetti. Tuttavia Modena invece di accogliere l’offerta ha rilanciato con una sfida: Lenzini e basta. Oppure si va alla conta. Che vuol dire dimostrare con la forza dei numeri che il capogruppo non ha rivali.

L’irrigidimento può comportare due conseguenze. La prima, come si diceva ieri, è che l’accordo su Reggianini resiste comunque: i registi dell’accordo se ne fanno una ragione e lasciano campo libero a Lenzini in città, magari sollevando giusto la questione del doppio ruolo: capogruppo e segretario è un po’ troppo. La seconda è invece che Reggianini, l’unico nome che piace anche ai muzzarelliani, viene ritirato. E si torna al muro contro muro. Ma chi sarebbe a quel punto l’alternativa dei filo Bonaccini all’ex sindaco di Castelfranco? Fermo restando Massimo Paradisi, in queste ore crescono le quotazioni del consigliere regionale Luca Sabattini, trasversale ai territori, per il quale però dovrebbe essere votata una deroga perché un consigliere regionale non può fare da statuto il segretario. L’inconveniente di questo scenario di un partito a due teste è che ‘tradirebbe’ l’invocazione salita dalla base: "Basta divisioni, mettetevi d’accordo".

Si affaccia allora il fattore M. L’unica in grado, è convinzione abbastanza diffusa, di smuovere le montagne è la vicesindaca Francesca Maletti. Un po’ come quando – durante lo stallo degli otto candidati a sindaco – con un’intervista che assomigliava a un colpo di karate spaccò il tavolo: avanzando la propria candidatura aprì la strada a Massimo Mezzetti. Allo stesso modo potrebbe decidere di far valere la sua golden share nel partito e decidere di far decollare Lenzini oppure convincerlo a fare un passo indietro. Con Gian Carlo Muzzarelli costretto per la seconda volta a ingoiare il rospo. L’alternativa a Lenzini? Si parla di Carmelo De Lillo o di Marco Forghieri, che però non sono in Consiglio, è il loro punto debole. Anche Stefano Manicardi avrebbe dato la propria disponibilità.