EMANUELA ZANASI
Cronaca

Sequestrata e picchiata. Chiusa in una stanza e minacciata di morte. Arrestato l’ex compagno

In manette è finito un uomo di 41 anni originario di Santo Domingo. L’inferno, per la vittima, è durato due giorni poi è riuscita a liberarsi. L’aguzzino l’avrebbe colpita anche con una machete e una katana.

In manette è finito un uomo di 41 anni originario di Santo Domingo. L’inferno, per la vittima, è durato due giorni poi è riuscita a liberarsi. L’aguzzino l’avrebbe colpita anche con una machete e una katana.

In manette è finito un uomo di 41 anni originario di Santo Domingo. L’inferno, per la vittima, è durato due giorni poi è riuscita a liberarsi. L’aguzzino l’avrebbe colpita anche con una machete e una katana.

Chiusa a chiave in una stanza, guardata a vista dal suo aguzzino, brutalmente malmenata anche con l’utilizzo di un machete e una katana; completamente privata della libertà senza poter fare la minima mossa, perché l’orco era lì giorno e notte a sorvegliarla senza toglierle gli occhi da dosso un secondo, costringendola addirittura a espletare i suoi bisogni fisiologici dentro una scodella.

E’ la sconvolgente storia capitata ad una donna che è riuscita a riguadagnare la libertà dopo due giorni di totale costrizione cogliendo l’attimo, quel momento propizio che poteva non ricapitare più; è riuscita a scappare da quella prigione e a denunciare il suo compagno, un 41enne originario della Repubblica Dominicana. L’uomo, finito in carcere, deve rispondere di accuse gravissime; lesioni personali aggravate dall’uso di armi, rapina aggravata, atti persecutori e sequestro di persona.

Lo stalking, gli atti persecutori da parte del 41enne andavano avanti da tempo, tanto da costringere la donna a vivere in un perenne stato d’ansia, terrorizzata da quello che poteva capitarle, una storia uguale a tante che purtroppo sentiamo troppo spesso e che possono improvvisamente prendere la piega peggiore. E infatti il 4 maggio scorso la situazione è precipitata; l’uomo le ha preso documenti e telefono, l’ha costretta ad un giro in auto per la campagna e dopo averla minacciata di morte l’ha condotta nella sua abitazione, chiudendola a chiave in una stanza, un sequestro di persona a tutti gli effetti.

Per due giorni la donna ha vissuto sorvegliata a vista ed è stata picchiata regolarmente; l’ex compagno usava su di lei una violenza inaudita, percuotendola con le mani ma anche con l’uso della parte piatta di un machete e del manico di una katana; la donna ha subito percosse, morsi, tagli di ciocche di capelli, un incubo che chissà quanto sarebbe durato se lei non avesse approfittato di un momento in cui lui, stremato dalla sorveglianza ininterrotta, si è addormentato; la donna gli ha sottratto le chiavi di casa e recuperato il telefono che lui aveva nascosto sotto un materasso, poi con l’aiuto di un’amica ha raggiunto l’ospedale. I medici del pronto soccorso hanno riscontrato diversi traumi e ferite per una prognosi iniziale di trenta giorni, con trauma cranico e frattura del naso.

I sanitari hanno immediatamente avvisato i carabinieri che, a seguito di indagini tempestive e riscontrando la fondatezza del racconto della vittima, hanno raggiunto e arrestato il 41enne.

Le prove raccolte erano sufficienti affinché il pubblico ministero richiedesse con urgenza la misura cautelare in carcere per l’indagato, richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari.